Ancora strascichi polemici nell'Isola sulla fiscalità di vantaggio nonostante l'impegno del Governo di inserire il provvedimento nella legge di stabilità. Botta e risposta a distanza tra il deputato del Pd Francesco Sanna e il governatore Ugo Cappellacci sulle responsabilità del "pasticcio" che nell'arco di poche ore ha fatto uscire e rientrare la norma chiesta dalla Regione. Sanna attacca il presidente e parla di "madornale falsificazione della realtà". Immediata la replica del governatore: "L'arrampicata sugli specchi del parlamentare, la sua continua diffusione di nuove versioni dei fatti, appare sempre più il sintomo di una ricerca disperata di alibi".
Secondo l'esponente democratico, Cappellacci avrebbe messo sul proprio profilo Facebook "non la relazione tecnica del disegno di legge, pubblicata ufficialmente dal Senato e a disposizione anche sul sito ufficiale di Palazzo Madama", in quanto "l'articolo 16 della legge di stabilità, approvata dal Consiglio dei ministri e su cui il Parlamento discuterà, è una norma nella quale si parla di competenze del Trentino e di strumenti finanziari derivati delle autonomie locali. Il presidente della Regione – denuncia Sanna – continua esplicitamente a ritenere che il Consiglio dei ministri avrebbe approvato il disegno di legge di stabilità con una disposizione che modificava l'articolo 10 dello Statuto sardo. E che un complotto di palazzo, avrebbe ordito la sua cancellazione. Egli deve necessariamente sostenere questa tesi – argomenta il deputato – per giustificare la dispendiosa missione a Roma di ieri, con Giunta regionale e seguito".
"Come verificato da tutti coloro i quali hanno visualizzato l'immagine, "replica Cappellacci -, che è sempre disponibile sulla mia pagina di Facebook, la Sardegna è esplicitamente citata e chi ha manomesso gli atti si è scordato di rivedere la relazione tecnica. Da questo momento lascio l'onorevole Francesco Sanna alle sue mistificazioni e ai suoi trucchi maldestri, degni di una delle più modeste performance del mago Casanova. Spero solo che in quel di Roma – conclude il governatore – i passaggi di scolorina o di bianchetto siano finiti".