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La mafia uccide solo l'estate è l'esordio cinematografico di Pierfrancesco Diliberto, in arte Pif, creatore di un nuovo modo di fare televisione e inventore del programma Il Testimone.

Sarà perché figlio d'arte, sarà perché è bravo, ma l'esordio è sicuramente uno dei più fortunati degli ultimi anni. In particolare, la forza è data dall'inventiva, dalla rappresentazione leggera, a tratti grottesca, spesso comica, che contribuisce alla creazione di un prodotto originale.

La mafia non è qui raccontata tramite i soliti codici del dramma o del documentario e neanche della commedia leggera. Qui si imbastisce una storia apparentemente leggera, ma perfettamente rispondente alle regole dell'umorismo pirandelliano. Si ride, ma l'obiettivo è pensare

Si riflette soprattutto sul fatto che la mafia ha permeato e permea ancora ogni città, paese, quartiere, condominio; la mafia è ovunque per molto tempo è riuscita a far digerire come le stragi a chi le vedeva nel marciapiede sotto casa o nell'appartamento accanto.

Tramite una storia di finzione, che sapientemente miscela presupposti veri alla fantasia, Pif ci fa vivere quegli anni e ci fa cogliere tanti meccanismi mentali che possono far sembrare normali quei sistemi, che poi non son tanto distanti da altri. Si vede sempre la realtà che permette di vivere più sereni, anche quando questa serenità comporta accettare l'omicidio.

Il film è anche un' ottima guida per chi quegli anni non li ha vissuti o li ricorda male perché troppo giovane. Il linguaggio è molto moderno e riesce a dialogare bene con le nuove generazioni.

Per cogliere completamente il messaggio e per capire quali spunti di vita dell'autore siano realmente presenti nella finzione del racconto, si consiglia la visione della puntata del 27 novembre 2013 de Il testimone La Mafia uccide solo d'estate – Backstage.