Niente larghe intese e basi militari. Sono solo alcuni dei punti toccati da La scrittrice candidata di Sardegna Possibile alle prossime regionali, intervistata al forum dell’Ansa. 'L'ipotesi di larghe intese non esiste. Se nessuno dovesse prendere il 25% mi preparerei a fare opposizione, si costruisce democrazia anche all'opposizione''.
Servitù militari. Le basi militari in Sardegna debbono essere messe in discussione. ''Non lo può fare nessun altro che noi perché il centrodestra e il centrosinistra hanno un rapporto di dipendenza dalla politica italiana molto forte''. Ha spiegato la Murgia ricordando che il ministro della Difesa Mauro ha di recente ribadito che le basi non sono dismissibili. ''L'industria bellica in Sardegna è pari al 60% del totale in Italia. E' una percentuale di occupazione impattante con conseguenze negative per l'economia'', ha sottolineato la scrittrice candidata.
La scrittura. Ho passato molto più tempo a fare politica nel senso civico del termine che a scrivere. In realtà credo che scrivere romanzi sia stato un incidente. Smettere di scrivere per candidarmi era naturale, la mia scrittura è stata più politica'' ha ribadito ricordando che dei sette libri scritti uno solo è un romanzo.
Berlusconi e Renzi. 'Chi vota Murgia vota i sardi. 'Berlusconi verrà a fare campagna elettorale per Cappellacci. Renzi, o chi per lui, verrà a fare campagna elettorale per Pigliaru. A fare la mia non verrà nessuno, nessuno verrà a mettermi la mano sulla spalla e questo lo rivendico. Per questo siamo il terzo soggetto forte'', ha detto la scrittrice candidata riferendo che la sua campagna elettorale ''costerà 150mila euro, non ci crede nessuno''. ''Si è messa in moto una rete di relazioni che ci ha aiutato molto'', ha concluso.
L’economia. Per far voltare pagina all'economia della Sardegna bisogna puntare sulle ''conoscenze'' e sulla ''innovazione'. Per ogni posto nel settore delle nuove tecnologia si creano cinque posti nell'industria tradizionale''. E quindi occorre ''investire in corsi universitari rari per fare in modo che vengano studenti da fuori. Pensiamo allo 'scambio dei cervelli', che è cosa diverse dalla 'fuga dei cervelli', attraverso accordi con le università di eccellenza. Per ogni giovane sardo che va a studiare fuori, la Sardegna – ha sottolineato Murgia – deve accoglierne uno che viene da un'altra parte''.
La lingua sarda. ''Dare alla lingua sarda pari dignità rispetto all'italiano nelle scuole contribuirebbe ad affrontare il problema dell'abbandono scolastico'', aggiungendo che che ''con la rinuncia al bilinguismo i bambini di madrelingua sarda'' hanno maggiori difficoltà, e invece ''se nelle scuole si possono parlare due lingue, per i ragazzi sarà anche facile apprenderne altre''.
Grillo. C'è molta differenza tra la nostra proposta politica e quella del Movimento 5 Stelle. L'approccio nel nostro caso non è la rabbia, ma un elemento progettuale fondante: l'indipendentismo". Così puntualizza la sua posizione rispetto agli osservatori che la indicano come beneficiaria dei voti dei "grillini" assenti alla competizione nell'Isola.
"L'assenza di Grillo penso sia un danno per la democrazia – spiega la scrittrice di Cabras – un impoverimento dello scenario politico. Noi potremmo ricavarne un vantaggio elettorale ma è il quadro democratico a subire un pesante contraccolpo. Il Movimento 5 Stelle ha avuto il merito anche in Sardegna di riportare la gente al voto: purtroppo scegliendo di non presentarsi Grillo ha sperperato questo capitale".
Pigliaru. "Pigliaru è stato buttato in corsa in questa campagna elettorale quasi fosse il salvatore della patria e dopo che il Pd ha trucidato Francesca Barracciu: per me è un onesto uomo di numeri ma con un preoccupante arretramento sui programmi rispetto anche a dieci anni fa quando vinse Soru e lui governò l'assessorato al Bilancio per soli due anni e mezzo prima di essere cacciato". E' l'affondo contro il candidato governatore del centrosinistra, Francesco Pigliaru, uno dei suoi avversari alle prossime elezioni regionali.
"L'arretramento più vistoso – ha spiegato la scrittrice – riguarda l'industria. Pigliaru è andato in questi giorni nel Sulcis, emblema del tracollo industriale e dell'assistenzialismo, a dire che quel modello è ancora valido. La verità è che è andato a vendere fumo a chi i 'fumi' li produce e danni ambientali e alla salute della popolazione sono sotto gli occhi di tutti".
Cappellacci. "Ce la facciamo grazie a chi, spontaneamente, ha deciso di darci fiducia. Non c'è alcun finanziatore occulto – sottolinea la candidata – Moltissima gente lavora per noi gratis e ci arrivano anche bonifici modesti, il primo ha superato di poco i mille euro. Chi come Cappellacci ha comprato sempre tutto non lo capisce e non lo potrà mai capire. Ecco perché va all'attacco, ma con noi non trova terreno fertile". "Il mio obiettivo – spiega – è quello di rompere il paradigma di un uomo o di una donna sola al comando. Il mio successo è il successo di un'intera squadra, dai più stretti collaboratori a chi ci sostiene dall'esterno anche finanziandoci".
Soru. "Destra e sinistra non sono la stessa cosa ma è certo che in questi anni in Sardegna hanno praticamente governato assieme. Il capo dell'opposizione, Renato Soru (aspirante presidente sconfitto cinque anni fa da Ugo Cappellacci, nrd), non ha mai fatto l'oppositore, anzi è stato campione di assenteismo: nove volte su dieci in Aula non c'era".
"Cappellacci – ha sottolineato la candidata di Sardegna Possibile – ha il demerito di non aver governato, e le poche cose fatte hanno ulteriormente peggiorato le condizioni dell'Isola. Ma va detto con altrettanta chiarezza che l'opposizione non ha mai fatto opposizione, abdicando al suo ruolo primario e di fatto collaborando con il centrodestra, una sorta di larghe intese figlie di bassa politica".
Peculato. "Il peculato è un furto, non si tratta solo di sperpero di denaro pubblico e di questo deve risponderne quasi tutto il Consiglio regionale. Tuttavia, per me la questione morale, che certamente esiste, non si esaurisce con il codice penale ma con i danni alla democrazia e al patrimonio comune. Quanto denaro ci hanno fatto perdere i nostri governanti per progetti falliti e cose mai fatte?". Ed ecco la "ricetta" per bloccare il fenomeno.
"Sulla spinta dello sdegno popolare, l'abolizione dei fondi pubblici è già passata, ma si può fare di più: se vinciamo – annuncia la candidata di Sardegna Possibile – taglieremo gli stipendi ai consiglieri prevedendo delle pesanti decurtazioni, fino al totale azzeramento, in caso di assenze prolungate e immotivate dall'Aula. Comunque il vero meccanismo dissuasore – chiarisce la scrittrice – è la totale trasparenza degli atti e il controllo sistematico dall'esterno di tutta l'attività legislativa e di governo".
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