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"Non firmo il protocollo di intesa con il Ministero della Difesa sulle servitù militari, i tempi non sono maturi. Da troppo tempo i sardi protestano ma non vengono ascoltati". Lo ha detto il presidente della Regione Sardegna, Francesco Pigliaru, intervenendo alla conferenza nazionale sulle servitù militari in corso a Roma.
Pigliaru ha evidenziato la "pesante sproporzione tra le servitù sarde ed il resto d'Italia: sull'isola insiste infatti ben il 65% della servitù nazionali. Si tratta di 30 mila ettari e 80 chilometri di costa interdetti al turismo. Sono numeri enormi che facciamo fatica ad accettare ulteriormente".
"In tempi di spending review – ha proseguito il governatore – si identificano tagli di spese ovunque, con una sola eccezione: la dimensione dei poligoni militari. Io non sono qui per sentire dire che l'attuale dimensione dei poligoni non è negoziale, è tempo di cambiare copione. Il rischio altrimenti è che si intacchi la fiducia nella leale collaborazione fra i diversi livelli istituzionali".
Pigliaru ha quindi ricordato "l'ordine del giorno votato due giorni fa dal Consiglio regionale della Sardegna che auspica l'impegno per una graduale dismissione dei poligoni e la bonifica dei territori dismessi: ci serve un elenco di questi beni ed una data. Bisogna fare bene e fare in fretta".

Plauso di Cgil e 5 Stelle. Plauso per la decisione del presidente della Regione Sardegna, Francesco Pigliaru, di non firmare il protocollo di intesa con il Ministero della Difesa sulle servitù militari, dalla deputata del Movimento 5 stelle, Emanuela Corda, e dal segretario generale della Cgil sarda, Michele Carrus.
Evidenziando lo "scarso coinvolgimento di tutti i soggetti interessati", la parlamentare del M5s commenta: "Ho condiviso la scelta del Presidente Pigliaru di non sottoscrivere il Protocollo d'intesa col Ministero della Difesa poiché come da sempre accade, non si è tenuto conto della situazione del tutto specifica che riguarda la Sardegna e le servitù. La nostra è la regione maggiormente gravata da servitù ed è evidente che affrontare il tema non possa prescindere da qualche passo indietro da parte del Ministero della Difesa. Il sottosegretario Rossi ha parlato di fiducia reciproca. Ma da che mondo e mondo sono le istituzioni che devono conquistare la fiducia dei cittadini, non il contrario. I sardi hanno già dato. Adesso chiedono rispetto".
Per il leader della Cgil sarda Carrus, quelle di Pigliaru sono "richieste legittime alle quali ci uniamo con forza nell'auspicio che trovino il pieno riconoscimento da parte del governo nazionale. Una battaglia che collima perfettamente con rivendicazioni storiche del sindacato". Secondo la Cgil, "in un momento cruciale per la Sardegna, impegnata a ridisegnare una prospettiva di nuovo sviluppo non possiamo continuare a cedere porzioni di territorio che rappresentano per noi un potenziale enorme".