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Si è aperto questa mattina con una valanga di richieste di costituzione di parte civile, nel tribunale di Lanusei, il processo per i danni provocati dai cosiddetti "veleni" nel Poligono del Salto di Quirra-Perdasdefogu. Sul banco degli imputati, tutti presenti in aula, otto comandanti che hanno guidato la base dal 2004 al 2010. Devono rispondere di omissione aggravata di cautele contro infortuni e disastri: Fabio Molteni, Alessio Cecchetti, Roberto Quattrociocchi, Valter Mauloni, Carlo Landi e Paolo Ricci; ed i comandanti del Distaccamento dell'Aeronautica di Capo San Lorenzo, Gianfranco Fois e Francesco Fulvio Ragazzon.
Una cinquantina le richieste di ammissione alla costituzione di parte civile che il giudice monocratico Nicola Caschili, il Pm Luisa Di Nella, la difesa degli otto comandanti e l'avvocato dello Stato Francesco Caput dovranno esaminare. Fra le nuove costituzioni di parte anche la Regione Sardegna rappresentata in aula dall'avvocato Angela Serra: in questi anni, secondo il legale, c'è stato un danno di immagine, un danno morale e patrimoniale. Ha chiesto del tempo quindi il legale della difesa per poter esaminare la fondatezza delle costituzioni: "Le richieste avanzate – ha detto Caput – sono complesse sul piano giuridico. La Regione addirittura mette in dubbio la legittimità costituzionale del Testo Unico dell'Ambiente che richiede l'intervento della Corte Costituzionale e attribuisce l'aspetto risarcitorio allo Stato. La difesa ha bisogno di studiare le carte prima di pronunciarsi". Per questo il giudice ha rinviato alla prossima udienza, il 13 novembre, la discussione in aula della fondatezza delle richieste.
Il sit in. I movimenti indipendentisti e antimilitaristi, della Rete "Pesa Sardigna", che si batte contro le servitù militari nell'isola sono giunti davanti al tribunale di Lanusei per dar vita ad un sit-in simbolico nel giorno della prima udienza del processo sui "veleni" di Quirra, che vede sul banco degli imputati otto ex comandanti del Poligono militare di Perdasdefogu, tutti accusati di omissione aggravata di cautele contro infortuni e disastri negli anni che si sono succeduti al comando del poligono.
"Siamo qui per ribadire il nostro no all'occupazione militare in Sardegna – ha detto Francesco Zancudi del Fronte Indipendentista Unidu -. Oggi per noi è un appuntamento importante, è la prima volta che vengono processati i dirigenti del Poligono del salto di Quirra, noi vogliamo la verità sui danni fatti dal poligono".
Presente anche il Movimento sardo dell'altra Europa per Tsipras, ovvero l'Altra Sardegna, e per Katia Cerulli: "Al di là della verità processuale rimane il problema politico: cosa vogliamo fare dei territori sardi occupati militarmente? Noi siamo per una vera riconversione, mai più basi militari". La Rete "Pesa Sardigna" è nata il 24 agosto scorso per rafforzare la battaglia contro le basi militari ed è composta, fra gli altri, dai movimenti politici Progress, Gentes e Comunidades.
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