"È stata un'operazione lunga e complessa, resa ancora più difficile dalla mancanza di collaborazione dei cittadini. Molti sapevano di quegli incendi ma nessuno ha detto nulla. Questa è una cosa che ci dispiace molto, nessuno ha avuto senso civico, adesso speriamo che qualcuno si faccia avanti". Lo ha detto il Comandante regionale del Corpo forestale, Gavino Diana, commentando l'operazione che ha portato all'arresto di Giovanni ed Emilio Deidda, padre e figlio ritenuti responsabili di undici incendi messi a segno tra il 2011 e il 2014 tra Capoterra e Poggio dei pini.
I due in tre anni hanno innescato roghi che hanno distrutto centinaia di ettari di macchia mediterranea e bosco. Ma secondo gli investigatori potrebbero essere responsabili di altri incendi, così come potrebbero essere coinvolte altre persone.
Le ordinanze di custodia cautelare in carcere sono state richieste dal Pm Gaetano Porcu e firmate dal Gip Giuseppe Pintori. Le misure si sono rese necessarie per pericolo di reiterazione del reato, per la possibilità di un attentato ai danni di un agente del corpo forestale e per inquinamento delle prove. I due, infatti, hanno cancellato i filmati e le foto dei loro raid incendiari e degli ordigni. Foto che avevamo mandato anche ad altre persone che sono state contattate da padre e figlio proprio per far sparire le immagini. I raid dei due piromani seriali, secondo quanto accertato dalla Forestale, hanno messo in pericolo la collettività.
Per spegnere le fiamme sono dovute intervenire complessivamente 253 persone tra vigili del fuoco, Forestale, protezione civile ed Ente foreste, 76 mezzi, 16 elicotteri e due Canadair. Nel 2014 il Corpo forestale ha denunciato 17 persone per incendio colposo, 9 per roghi dolosi. Tre le persone arrestate
Uncategorized Incendiavano i boschi per vantarsi: "Tanti sapevano, ma nessuno ha detto nulla"
Incendiavano i boschi per vantarsi: "Tanti sapevano, ma nessuno ha detto nulla"







