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"Vogliamo delle risposte concrete dalla Regione, daremo al presidente delle scadenze che dovrà rispettare. Questa sarà una ulteriore tappa della battaglia che il popolo sardo vuole portare avanti per far chiudere le basi militari e per bloccare ogni forma di addestramento". Lo ha detto Bruno Bellomonte del movimento A manca pro s'indipendentzia nel presentare la nuova manifestazione contro l'occupazione militare della Sardegna che si terrà sabato 13 con partenza dal molo Ichnusa e arrivo in viale Trento davanti al palazzo della Regione.
"Noi che rappresentiamo vari comitati porteremo avanti questa battaglia fino alle estreme conseguenze – promette Bellomonte – Questa è una battaglia dei sardi contro il colonizzatore italiano, è un messaggio ai politici sardi di quello che vuole il popolo". Dello stesso avviso Bustianu Cumpostu, leader di Sardinia Natzione e tra gli organizzatori della manifestazione di sabato. "I sardi che non sopportano più questa situazione, quelli che vogliono cambiare e far finire questa servitù sono il nuovo soggetto politico con cui si deve interloquire – spiega Cumpostu – andremo dal presidente della Regione per dare l'incarico di fermare le esercitazioni e chiudere le basi. Entro fine gennaio attendiamo delle risposte".
Il movimento chiede al governatore di dichiarare, con deliberazione di Giunta, "il territorio della Sardegna assolutamente indisponibile per le esercitazioni di guerra di qualunque esercito – precisa Gianfranco Sollai del comitato Su Giassu – Chiederemo poi di istituire una commissione d'inchiesta per valutare i danni causati alla popolazione, alla cultura, al territorio e all'economia dalla presenza delle stellette in Sardegna, l'entità e il valore dei beni occupati o vincolati, l'entità del risarcimento da imporre allo Stato italiano mediante una vertenza da intraprendere ai livelli giudiziari che saranno necessari".