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E’ allarme siccità in Sardegna dopo le alluvioni che hanno danneggiato pesantemente l’isola.
L’Unione Regionale Bonifiche Sardegna ha chiesto, agli organi competenti della Regione, l’attivazione urgente di un tavolo di concertazione a fronte di un fenomeno che sta colpendo vaste zone dell’isola.
”La situazione – commenta Pietro Zirattu, presidente dell’Unione Sardegna – non è di conclamata emergenza, essendo il ciclo vegetativo agricolo non ancora in fase rigogliosa, ma i Consorzi di bonifica sono preoccupati per il prosieguo del servizio irriguo garantito 12 mesi all’anno”. La situazione è particolarmente preoccupante nelle zone idrografiche Posada Cedrino (2 bacini con il 18,69% della capacità idrica disponibile) e Coghinas Mannu Temo (7 bacini con il 42,82%). ”E’ un esempio dell’altra faccia dei cambiamenti climatici – spiega Francesco Vincenzi, presidente Anbi – mentre si piangono i morti delle recenti alluvioni, gli invasi sono largamente al di sotto delle medie stagionali e occorre affrontare un problema di gestione delle scarse risorse idriche, trattenute dalle dighe”. Secondo il presidente occorre programmare oculatamente l’utilizzo dell’acqua altrimenti, a fronte delle non confortanti prospettive meteo, campi e allevamenti sardi rischieranno il tracollo, perchè senza acqua non può esserci agricoltura, ambiente e turismo. E questo è ancora più grave in una Regione dove i costi dell’acqua, per una legge regionale fallimentare, sono talmente elevati da ridurre la competitività sui mercati delle produzioni agricole sarde e incidere negativamente sui redditi dei produttori”. 

Per giovedì 29 gennaio (alle 10) l’assessore dei Lavori Pubblici, Paolo Maninchedda, su delega del presidente della Regione Francesco Pigliaru, ha convocato l’Autorità di bacino per discutere della grave emergenza idrica a causa del protrarsi del periodo di siccità.
Durante la riunione, dopo la quale verranno auditi anche i rappresentati dei Consorzi di bonifica su richiesta dell’assessore dell’Agricoltura, Elisabetta Falchi, saranno effettuate tutte le verifiche sulle condizioni degli invasi e verranno prese le decisioni conseguenti.
I problemi maggiori (meno del 50% della capacità di invaso) riguardano gli invasi del nord Sardegna, ma se continua a non piovere la criticità potrebbe allargarsi a tutta l’Isola.
“Diversi bacini – spiega all’ANSA l’assessore Maninchedda – si trovano al di sotto della capienza minima per far fronte al fabbisogno idrico standard, in un momento nel quale sta per iniziare la stagione agricola”.