Sono il governatore Francesco Pigliaru, il presidente del Consiglio regionale Gianfranco Ganau e il capogruppo di Fi Pietro Pittalis per l'opposizione, i tre grandi elettori della Sardegna chiamati a Roma per la scelta del nuovo capo dello Stato. Il voto è arrivato nel pomeriggio nella seduta dell'Assemblea. La maggioranza di centrosinistra si è presentata in Aula spaccata con tre partiti minori, Sel, Cd e Pds, che hanno fatto mancare il proprio apporto. Astenuto l'indipendentista di Irs, Gavino Sale.
Nel segreto dell'urna è così arrivato lo schiaffo al "patto del Nazareno" e un chiaro segnale a futura memoria per il Pd da parte dei piccoli partiti della coalizione di centrosinistra: Sel, Centro democratico e Partito dei sardi. Un messaggio al partito di maggioranza relativo che potrebbe riverberarsi anche durante la discussione della Finanziaria 2015, che ha cominciato l'iter in commissione prima dell'approdo in Aula.
Sui numeri il governatore Pigliaru si è fermato a 28 preferenze, cinque in meno rispetto alla maggioranza, e ha preso meno voti del presidente del Consiglio Ganau, a quota 38.
Entrambi perdono rispettivamente quattro voti a favore della giovane sindaco di Torpè (Nuoro), uno dei paesi colpiti dall'alluvione del novembre 2013 e prescelta dai 'piccoli' del centrosinistra: Antonella Dalu ha preso infatti sette voti, mentre una preferenza si è persa con "l'errore" nel cognome per una inesistente Antonella Ladu. Ganau ha però recuperato cinque preferenze dall'opposizione, che ha votato compatta sul nome del capogruppo Fi Pietro Pittalis, che ha invece guadagnato un voto conquistandone in tutto 25.
Cappellacci. "Un risultato che conferma la nostra compattezza e sgombra il campo dalle voci su possibili divisioni". Così Ugo Cappellacci e Pietro Pittalis commentano il risultato dello scrutinio per la designazione dei grandi elettori per il nuovo presidente della Repubblica.
"Altro dato politico rilevante – proseguono i due – è la scivolata del presidente Pigliaru, a poco meno di un anno dall'inizio della legislatura e alla vigilia del dibattito sulla legge finanziaria, che ha rischiato perfino di prendere meno voti del candidato dell'opposizione (Pittalis, ndr). Non occorre particolare abilità per decifrare un segnale di malessere per questi dodici mesi all'insegna dei proclami dell'immobilismo, che inizia a serpeggiare anche nelle file della maggioranza.
Auspichiamo che questo bagno di umiltà renda l'esecutivo più incline al dialogo sui temi politici cruciali per la Sardegna".