"Senza consumi l'economia sarda non riparte", a dirlo è Confcommercio Sardegna che ha rielaborato gli ultimi dati Istat disponibili secondo i quali i consumi pro capite nell'Isola hanno segnato un -4,1% nel solo 2013 (-3,8 la media in Italia) contro un calo medio dell'1,4 nel quinquennio 2008-2012 (-1,5 in Italia). Anche il Pil pro capite è sceso del 4,8% a livello regionale (-1,6 fra il 2008 e il 2012) rispetto al -3,1 della media nazionale (-1,7 nel quinquennio 2008-2012). Una stima dell'associazione però prevede un futuro meno a tinte fosche con il Pil che decresce "solo" dello 0,4% nel 2015 e una proiezione per il 2016 del +0,9, mentre un freno alla stagnazione si avrebbe con i consumi: +0,5% quest'anno e +0,2% per il 2016.
Rispetto ai dati rilevati, nell'intero territorio sardo le due aree maggiormente colpite da questo calo sono le province di Cagliari e Sassari, rispettivamente -4,1% e -4,7%. Non va meglio a Nuoro dove si registra un -3,4% e a Oristano con un -3,3%. Se poi si prende in considerazione il divario territoriale al 2013 la Sardegna si attesta su 83,2 considerando 100 il valore italiano, e tra le diverse province quella a soffrire maggiormente questo gap è quella di Oristano con il 68,1.
"In questa fase di grande cambiamento nello stile dei consumi coesistono coloro che si orientano in base al prezzo basso e quelli che ricercano il prodotto di marca – spiega il presidente di Confcommercio Sardegna, Agostino Cicalò -. Questa situazione non può continuare ancora a lungo se non vengono immesse risorse nel sistema economico delle famiglie e delle imprese attraverso la ripresa degli investimenti pubblici e la riduzione dell'imposizione fiscale. Parlare di fiducia e di ripresa a percentuali da zero virgola – conclude – è un illusione che non possiamo più permetterci".
Cappellacci. "I dati sui consumi diffusi da Confcommercio facciano riflettere il fronte politico contrario alla zona franca". Così il consigliere regionale di Fi, Ugo Cappellacci, commenta i dati Istat, rilanciati dall'associazione di categoria, e sollecita la Giunta regionale "a non aggravare il peso gravante sulle imprese, ritirando l'aumento dell'Irap previsto in Finanziari, ma soprattutto a riprendere una bandiera che non ha colore politico e che ha lasciato cadere frettolosamente: quella della Zona Franca".
"L'attuale maggioranza – prosegue Cappellacci – ha seguito in maniera acritica una Giunta che ha frettolosamente abbandonato il cammino della fiscalità di vantaggio e che ha spocchiosamente definito 'un inganno' la proposta per la zona franca integrale della Sardegna. Altrettanto frettolosa, quanto disonorevole – aggiunge – è stata la rinuncia a difendere davanti ai giudici costituzionali del provvedimento riguardante le accise, contenuto nella Finanziaria del 2013 e impugnato dal Governo.
Nonostante i numerosi tentativi di demonizzarla, nessuno è riuscito a dimostrare che l'iniziativa promossa nella scorsa Legislatura non fosse legittima, idonea a condurre verso il risultato".
Riguardo la fiscalità di vantaggio, Cappellacci sostiene che "si rilancia l'attività delle imprese, si creano nuove opportunità occupazionali e di reddito che, come è noto consentirebbero il rilancio dei consumi, creando un circolo virtuoso. Ancora una volta ricordiamo che meno tasse significa più consumi, più impresa e quindi più lavoro e maggiore serenità per le famiglie".