Sono circa 550 gli emendamenti alla Finanziaria 2015 presentati da maggioranza e opposizione in Consiglio regionale e dalla Giunta alla scadenza delle ore 12, prevista per proporre modifiche al testo di legge che andrà in discussione domani, martedì 24 febbraio, dalle 16. Alla ripresa dei lavori si comincerà con l'articolo 1 e i relativi emendamenti.
Tutte le proposte di modifica – da un primo calcolo sarebbero una trentina quelle della maggioranza e della Giunta – saranno esaminate dalla commissione Bilancio, presieduta da Franco Sabatini (Pd), domani mattina alle 11, per il parere di competenza. Se terrà l'intesa di massima raggiunta fra gli schieramenti, la Manovra potrebbe vedere il via libera anche a fine settimana, scongiurando così il ricorso al terzo e ultimo mese di esercizio provvisorio.
Critiche dalla Sinistra sarda. A 24 ore dal riavvio dell'esame della Finanziaria 2015 in Aula, Sinistra Sarda conferma il suo giudizio critico sulla Manovra che, secondo il segretario regionale Giovannino Deriu, non mostra "sufficiente coraggio".
Una finanziaria "dello sviluppo riscontrabile più nei proclami che nei fatti; altrettanto dicasi sul fronte della riduzione degli sprechi".
"Per orientare le risorse disponibili verso uno sviluppo economico e sociale duraturo occorrono scelte politiche lungimiranti – afferma -. Chi governa la Regione ha addirittura parlato di 'Finanziaria keynesiana' come se bastasse contrarre un mutuo da destinare a opere pubbliche per scomodare il celebre economista del secolo scorso Serve invece una Manovra che si dimostri all'altezza della crisi economica che schiaccia sempre più i sardi".
Non tutto però è da rivedere, anzi Sinistra Sarda auspica "che l'abolizione dei vincoli di spesa, unitamente alla programmazione unitaria dei fondi europei coi fondi regionali, possa produrre esiti positivi e apprezzabili. Prendiamo atto dell'impegno e dello sforzo profuso in una situazione obiettivamente difficile e complessa – aggiunge Deriu – ma ricordiamo che la coalizione di centro sinistra ha vinto le elezioni proponendo un percorso politico di svolta e innovazione centrato sui temi dello sviluppo e dell'occupazione. Gli 'atti programmatori' prima delle elezioni derivano principalmente da un accordo con il popolo sardo che va rispettato e che impegna a dare risposte precise".
Bocciati, invece, quelli che vengono definiti "emendamenti last minute forieri di interventi a pioggia secondo i riti fallimentari già visti nella passata legislatura e caratteristici di un notabilato autoreferenziale che ingessa la politica regionale".