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"Le banche hanno ricevuto un sostegno spaventoso dalla Bce, ma nonostante questo stanno avendo un atteggiamento poco aperto nei confronti delle imprese sarde che stanno ancora lottando contro la crisi e che chiedono un maggiore e più semplice accesso al credito". E' la denuncia del coordinatore regionale dei Riformatori Michele Cossa, che insieme ad altri esponenti del partito, in una conferenza stampa, ha lanciato l'allarme per la stretta creditizia in Sardegna.
"Le imprese non possono andare avanti se non c'è un credito attento alle esigenze delle imprese – ha spiegato il capogruppo Attilio Dedoni -. Sistematicamente tutte le associazioni di imprese protestano perché il credito nell'Isola è più caro, ci sono minori attenzioni verso l'apparato produttivo e per gli alti tassi di interesse".
Su questo punto è intervenuto anche Roberto Frongia, che ha citato alcuni dati empirici di una società che si occupa di analizzare i conti correnti e i mutui delle imprese e che ha contatto in Sardegna oltre 4000 utenti e avrebbe rilevato oltre il 98% di anomalie. "Siamo voluti entrare un po' nel dettaglio per capire quale può essere l'impatto del sistema bancario nel tessuto economico isolano e, secondo noi, danno l'idea del fenomeno".
Infine Marina Adamo, del Centro studi dei Riformatori ha evidenziato "le difficoltà delle imprese, soprattutto di quelle piccolissime che formano il tessuto economico sardo, è andata crescendo con conseguenze che portano alla chiusura delle aziende".