Il pm ha chiesto il rinvio a giudizio del sottosegretario dei Beni culturali del governo Renzi, Francesca Barracciu (Pd), accusata di peculato aggravato nell'ambito dell'inchiesta sul presunto uso illecito dei fondi destinati alle attività istituzionali dei Gruppi del Consiglio regionale della Sardegna. L'udienza davanti al gup, Lucia Perra, è fissata per il prossimo 24 giugno.
E' stato il sostituto procuratore Marco Cocco – ha anticipato il quotidiano L'Unione Sarda – ad inoltrare ora la richiesta dopo che nel novembre scorso era stato notificato l'avviso di conclusione delle indagini preliminari all'avvocato difensore, Franco Luigi Satta, mettendo a disposizione dell'indagata tutti gli atti del fascicolo. Terminata la procedura prevista dal codice di procedura penale, il pm ha quindi formulato il capo d'imputazione e chiesto il rinvio a giudizio, l'udienza preliminare quindi si terrà a giugno.
La Procura contesta spese per 78 mila euro, effettuante quando l'esponente Pd sedeva nei banchi del Consiglio regionale, durante la XIII legislatura. Finita tra gli oltre 70 indagati nell'inchiesta-bis sui fondi, aperta dopo il rinvio a giudizio dei primi 20 consiglieri dell'allora Gruppo Misto, il sottosegretario si era presentata a metà dicembre 2013 dal pm Cocco per rispondere di una prima contestazione di 33 mila euro.
"Abbiamo chiarito ogni cosa presentando una memoria di 70 pagine- avevano sottolineato gli allora difensori Carlo Federico Grosso e Giuseppe Macciotta, poi sostituiti dal sassarese Franco Luigi Satta – e fornendo tutti i documenti relativi ai rimborsi chilometrici per manifestazioni a cui la nostra assistita ha partecipato in quanto componente di varie Commissioni. Circa 24 mila chilometri l'anno". Pochi mesi più tardi, a marzo 2014, l'ex europarlamentare era stata nuovamente sentita in Procura e alcuni giorni dopo il pm le aveva contestato spese per altri 40-45 mila euro.
Il legale. "Abbiamo protestato per la scelta di aver voluto separare la posizione dell'onorevole Francesca Barracciu dagli altri 24 indagati per il medesimo fatto. L'unico elemento che fa differenzia dagli altri, a questo punto, è il solo fatto che lei fa parte del Governo". L'avvocato Franco Luigi Satta, difensore del sottosegretario ai Beni Culturali del Governo Renzi per la quale è stato chiesto il processo, critica con forza la decisione della Procura di Cagliari di tenere stralciata la posizione dell'ex europarlamentare del Pd, coinvolta nell'inchiesta sui fondi ai gruppi del Consiglio regionale della Sardegna.
E' accusata di peculato per aver speso – secondo il pm Marco Cocco – 77 mila euro del gruppo in modo non legittimo. "La decisione iniziale di stralciare la posizione della mia assistita – riprende il legale, convinto che sia penalizzante per la difesa la separazione dal resto degli indagati – era legata alla richiesta della misura interdittiva di sospensione dalla carica di sottosegretario chiesta dal pubblico ministero ma respinta dal Gip con provvedimento non impugnato dalla Procura. Ora dunque non ci spieghiamo il perché di questa decisione di tenere stralciata la sua posizione, separata addirittura da quella del tesoriere e del capogruppo che le avevano dato i soldi".