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Dopo due anni di cassa integrazione, oggi 13 lavoratori della Intelicard di Iglesias hanno ricevuto la lettera di licenziamento collettivo. L'azienda, all'avanguardia nella produzione di schede magnetiche, ha dichiarato di non essere più in grado di poter andare avanti a causa della crisi e della mancanza di commesse. Nel 2011, anno in cui aprì i battenti nella zona industriale, fu considerata una grande opportunità imprenditoriale per il territorio vista l'alta professionalità degli addetti e il grande valore tecnologico-produttivo espresso, ma dopo solo due anni di attività decise di collocare i propri dipendenti in cassa integrazione fino alla giornata odierna in cui sono stati licenziati.

“A fine 2011, quando sono stata assunta in Intelicard come impiegata, ero felicissima e pensavo di aver risolto definitivamente i miei problemi lavorativi e invece, come da alcuni anni succede in questo territorio, oggi mi ritrovo in strada senza alcun sostegno visto che da molti mesi anche la cassa integrazione stenta ad arrivare .” Afferma Raffaella Obino, 40enne di Iglesias, madre di un bambino e dipendente dell'azienda. Secondo il Sindacato questo licenziamento va impugnato immediatamente: “Negli anni abbiamo provato più volte a interloquire con questa azienda che ha la sua sede legale a Cagliari, ma ogni volta abbiamo riscontrato enormi difficoltà. Questo licenziamento arriva all'improvviso senza rispettare le procedure di legge visto che l'amministratore delegato della società ha liquidato i lavoratori con due parole nel mentre che le lettere di licenziamento arrivavano a casa dei lavoratori. Siamo determinati a tutelare i diritti dei lavoratori in ogni sede possibile.” dichiara Rino Barca, Segretario della FSM-CISL. I 13 licenziamenti odierni si sommano a quelli di tante altre realtà produttive del Sulcis Iglesiente. L'auspicio è che finalmente ci sia un'inversione di tendenza positiva nella drammatica crisi che in questi anni ha letteralmente devastato il tessuto sociale e umano del territorio.

Le notizie confortanti che arrivano da una parte del Polo Industriale, aiutano a sperare, ma molto ancora c'è da costruire affinché questo avvenga.