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Lahmar Ali, di 24 anni, tunisino, e di un senegalese di 17 anni 17. In particolare sarebbero i responsabili del trasporto dei 448 migranti, di varia nazionalità, fra i quali 108 donne e 12 bambini, che, partiti dalle coste libiche su un barcone ed un gommone, sono stati recuperati dalla nave militare spagnola.
Grazie alle dichiarazioni dei testimoni è stato ricostruito il "viaggio della speranza" iniziato un mese e mezzo fa quando i profughi hanno attraversato il deserto e sono giunti nelle città libiche di Tripoli e Sabratha. Qui sono venuti in contatto con alcuni appartenenti all'organizzazione libica: alcuni, così come riferito, sembravano militari che dopo essersi fatti pagare circa 1500-2000 dollari ciascuno li hanno fatti salire su alcuni camion e sotto la minaccia di armi li hanno condotti in una cittadina sulle coste libiche ove li hanno richiusi per circa 10 giorni all'interno di un capannone in attesa dell'arrivo di altri migranti. Da qui, sempre sotto la minaccia delle armi, sono stati portati sulla spiaggia dove per cinque giorni sono stati costretti a stare in una buca nell'attesa di salire sulle due imbarcazioni recuperate dalla motovedetta spagnola.
Dal racconto dei migranti è emersa anche una nuova fase del traffico di esseri umani: infatti vengono reclutati anche minorenni. Nei giorni in cui i migranti sono stati rinchiusi nel capannone lo scafista minorenne è stato istruito da alcuni libici sulle modalità con le quali doveva condurre il gommone, sul momento in cui doveva lanciare la richiesta di soccorso e su come comportarsi da quel momento in poi.