"Dipendesse da me avrei fatto una nuova legge elettorale da subito: quella attuale va rifatta, va malissimo ed è pessima", lo afferma il presidente del Consiglio regionale, Gianfranco Ganau, che, dopo la conferenza dei Capigruppo per discutere sulla sentenza del Consiglio di Stato, ha incontrato i giornalisti.
"Se ci sarà una condivisione all'interno del Consiglio sono disposto a fare ponti d'oro per accelerare l'iter della nuova legge elettorale – aggiunge il presidente che sin dal suo insediamento ha sollecitato modifiche alle regole del voto -.
C'è pronta una legge statutaria che non è stata promulgata per motivi tecnici e si può inserire lì la legge elettorale". Secondo Ganau, "al di là di questi pasticci finali è una legge che non garantisce la territorialità, il genere e non rappresenta una parte di elettorato importante come quello che fa riferimento a Murgia e Pili. Oggi il Consiglio di Stato reintroduce gli sbarramenti di fatto".
"Il Consiglio regionale deve andare avanti nella sua attività legislativa e nelle sue funzioni di indirizzo e di controllo per il governo dell'Isola, perché non possono essere dei cavilli a bloccare un'istituzione così importante", è quanto chiede il segretario generale della Cgil, Michele Carrus, in merito allo stallo nell'Assemblea a fronte della sentenza del Consiglio di Stato.
"Serve un Parlamento regionale che funzioni e una classe politica che si mostri all'altezza della sfida imposta da una crisi economica e sociale drammatica, che non aspetta ricorsi e interpretazioni di leggi e sentenze – aggiunge -. La sentenza del Consiglio di Stato sulla decadenza dei consiglieri è la più netta dimostrazione dell'insulsaggine del compromesso politico che, nella scorsa legislatura, ha prodotto una pessima proposta di legge, persino peggiorata con il voto segreto in Aula che ha bocciato la preferenze di genere".
"Non vorremmo trovarci più di fronte a patti scellerati tra pochi intimi che decidono per la collettività – osserva Carrus – occorre avviare presto un'ampia discussione per dotare la Sardegna di una legge seria e, dal momento che tratta di un aspetto essenziale della vita democratica e riguarda i processi decisionali nelle istituzioni rappresentative, occorre farlo attraverso un dibattito che sappia uscire dal Palazzo per coinvolgere i cittadini e le loro espressioni politiche e sociali".







