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Sono quattro romeni, un albanese e un sardo di Sorso (Sassari) i sei uomini accusati del colpo al bancomat dell'aeroporto internazionale "Riviera del corallo" di Alghero. Si tratta di Aron Llulla, di 34 anni, albanese, Jenica Spiridon, di 42, Alecu Gheorghe, di 47, Ciprian Busuioc, di 45, e Mitica Bararu, di 44, tutti romena. Sono considerati gli autori materiali del blitz messo a segno nella notte fra venerdì e sabato, con un'operazione eseguita in appena tre minuti fra l'1:47 e l'1:50. Il sesto uomo implicato è Giuseppe Dessì, di 63, considerato il responsabile logistico del gruppo. Sono tutti accusati di rapina aggravata e danneggiamento aggravato.
Le sei persone sono pregiudicate, alcune per reati analoghi, e secondo gli investigatori farebbero parte di un'organizzazione modulare cui potrebbero essere attribuiti già altri reati, a iniziare da un colpo assai simile, messo a segno il 16 agosto 2014 alla galleria Auchan di Sassari. I carabinieri di Sassari li hanno fermati a più riprese, all'alba di sabato, nel litorale di Platamona, vicino a Marritza, a bordo delle auto recuperate a Sa Segada, azienda agricola vicina all'aeroporto, dove erano stati abbandonati i furgoni usati per la rapina, due Fiat Fiorino rubati alla lavanderia industriale Nivea di Porto Torres, e il bancomat vuoto. I militari hanno recuperato anche la refurtiva, 62mila euro in banconote da 20 e 50 euro. I sei componenti del commando si trovano ora nel carcere sassarese di Bancali. Entro oggi il pm Mario Leo formalizzerà il loro arresto. 

"La guardia giurata in servizio all'aeroporto durante gli orari di chiusura si occupa esclusivamente di regolamentare l'accesso notturno nell' aerostazione di chi ne abbia necessità, come dipendenti o tecnici esterni, per interventi straordinari di manutenzione".
Lo precisa Mario Peralda, direttore generale della Sogeaal, la società di gestione dello scalo di Alghero, in merito alla questione sicurezza dopo l'assalto al bancomat all'interno dell'aeroporto.
La società vuole così "scongiurare che si possano perpetuare equivoci" sul suo ruolo "rispetto all'episodio di venerdì scorso o a qualsiasi altra circostanza che riguardi la sicurezza o l'ordine pubblico in ambito aeroportuale". Tutto avviene, sottolinea Peralda, "in accordo con il piano nazionale della sicurezza e dietro specifiche indicazioni di Enac e Polaria.
L'addetto opera senza armi in accordo con tali indicazioni, e il suo ruolo equivale sostanzialmente a quello di un addetto alla portineria, sia pur certificato nella struttura aeroportuale".
Alla guardia giurata "non competono funzioni di sicurezza né di ordine pubblico, se non quelle proprie di ogni cittadino diligente, ossia allertare le forze dell'ordine", insiste il direttore di Sogeaal, secondo cui "l'impiego di un'unità per ogni turno è assolutamente adeguato a tali compiti". Quanto alla polemiche, Peralda definisce "imbarazzante e squalificante la strumentalizzazione operata dalla Uil, che dimostra di confondere un incaricato di un pubblico servizio nell'esercizio delle sue funzioni con un pubblico ufficiale".
Non solo. Auspicando la dotazione di armi per chi svolge il servizio di portineria, "il sindacato – attacca il direttore della società di gestione dello scalo – sta di fatto chiedendo la terziarizzazione dei servizi e l'affidamento a un istituto di vigilanza privata".