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La Sardegna non investe più nelle sue infrastrutture che, nel frattempo, continuano ad invecchiare e a perdere efficienza. Risultato? Isola all'11/o posto in Italia superata anche da tante regioni del Mezzogiorno. Due dati. Nel 2013 le amministrazioni locali sarde hanno investito in opere pubbliche solo 500 milioni contro il miliardo che veniva speso nel 2005 e nel 2006. Fra il 2001 e il 2012 l'indice della dotazione di infrastrutture si è ridotto del 5%: invecchiano soprattutto strade e porti mentre migliorano gli aeroporti e quelle energetiche. Sono le cifre, e le preoccupazioni, emerse da una ricerca della Cna Sardegna. Alla fine del 2014 il valore del patrimonio pubblico della Sardegna ammontava a 42,3 miliardi di euro: 3,1 milioni di euro per kmq, 25 mila euro per abitante. Nella media degli ultimi quindici anni gli enti locali hanno sostenuto il 45% degli investimenti (media nazionale 41%), ma questa quota si è progressivamente ridotta dal 2006 fino ad essere dimezzata. "Negli ultimi dieci anni il patrimonio pubblico regionale è invecchiato più di quanto sia riuscito a rinnovarsi – sottolineano Francesco Porcu e Mauro Zanda, rispettivamente segretario regionale della Cna Sardegna e presidente di Cna Costruzioni -. Il motivo di questa situazione va ricercato nell'impatto della recessione e delle politiche di austerity ma, soprattutto, nella sempre minore capacità di spesa degli enti locali".