Ora che le versioni dei fatti sono due, le indagini sul pestaggio-aggressione a Sassari potranno essere indirizzate nella giusta direzione solo dalle immagini delle telecamere delle banche e del palazzo della Provincia in Piazza d'Italia.
Da un lato c'è un gruppo di giovani spagnoli, studenti Erasmus, che dicono di essere stati aggrediti. Prima gli insulti, poi le botte e un accoltellamento, fortunatamente lieve, forse con un punteruolo. Dall'altro lato spuntano cinque giovani sassaresi che si sono presentati alle forze dell'ordine e hanno raccontato un'altra storia. La rissa è scoppiata dopo un battibecco che nessuno ha cercato. Non un'aggressione premeditata, nessuna arma, solo un colpo sferrato impugnando una chiave.
Dopo due giorni di scuse ufficiali e costernazione, dal sindaco al rettore passando per tutte le autorità possibili, si cerca di fare marcia indietro: Sassari è sicura, c'è stato un parapiglia ma nessuna aggressione, nessun branco, non è stata la solita baby gang. Pare si tratti di ragazzi di buona famiglia, più grandi dei ragazzini cui di solito sono attribuiti gli episodi di violenza che negli ultimi mesi hanno fatto crescere l'allarme sicurezza in città.
Ma questo non tranquillizza. Anzi, il fatto che una scaramuccia nata per motivi banali sfoci in tanta violenza non è un bel segnale. Significa a maggior ragione che la situazione sta andando fuori controllo e che il senso di sicurezza percepito dai sassaresi è sempre più scarso. Gli inquirenti sono al lavoro per scoprire la verità e restituire serenità a una città sempre più spaventata.
Province Studente Erasmus accoltellato, due le versioni
Studente Erasmus accoltellato, due le versioni







