“Ancora una volta la Soprintendenza è vittima delle spregiudicate invenzioni e delle intemperanze verbali dell’On. Mauro Pili, la cui aggressività sugli organi di comunicazione non solo veicola informazioni del tutto false e infondate, ma alimenta un clima di odio esasperato, che espone alle minacce fisiche il personale della Soprintendenza, reiteratamente minacciato di morte e sottoposto a ingiurie inaccettabili”.
Così Marco Minoja, Soprintendente ai Beni archeologici replica alle accuse di Pili che ieri aveva attaccato l’utilizzo delle ruspe nello scavo del cantiere dei “Giganti”.
Ecco al versione del MIbact: “ in questi giorni sono infatti in corso interventi di copertura e protezione degli strati archeologici e delle tombe più delicate non ancora indagate, che vengono isolate con geotessuto e strati di ghiaia inerte finalizzati alla copertura protettiva delle strutture e degli strati archeologici, tanto più necessari in questa stagione metereologica.
Nell’ambito di questi interventi viene utilmente impiegato anche un mezzo meccanico, così come utilmente era stato impiegato in precedenza sia per la rimozione della terra dallo scavo sia per lo scavo di livelli di riporto sovrapposti agli scavi degli anni ’70.
La Soprintendenza continuerà a lavorare come ha sempre fatto, per la conoscenza e la tutela del sito archeologico di Mont’e Prama, che oggi grazie agli ultimi scavi offre alla comunità scientifica una straordinaria occasione di approfondimento della realtà archeologica di uno dei più straordinari rinvenimenti della archeologia nuragica”. La Soprintendenza annuncia di volersi difendere “in tutte le sedi competenti dall’aggressione verbale e dalle minacce a cui viene sottoposta”.







