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Tornerà al Tecnocasic, parola dell’europarlamentare pentastellata Giulia Moi. Protagonista di uno scontro a muso duro coi dirigenti del Tecnocasic durante il sopralluogo della settimana scorsa, che avrà ripercussioni nei tribunali, la Moi annuncia il ritorno a a Macchiareddu e fornisce la propria versione dell’accaduto.

“Durante l'ispezione al termovalorizzatore del Tecnocasic avremmo voluto verificare le reali condizioni dell'impianto. Del resto è stato questo motivo principale della nostra visita, come già annunciato la mattina stessa tramite un comunicato stampa. Un impianto che brucia rifiuti ed emette sostanze nell'aria, e che ancora oggi è sprovvisto di centraline in grado di rilevare la quantità di pm 10 e pm 2,5. Siamo entrati con una telecamera per registrare cosa accade nel termovalorizzatore e per rendere la verità "accessibile a tutti". Perché per me e il M5s, il bene e la salute di tutti i cittadini, dei cagliaritani e dei sardi viene prima di qualunque pretesto utilizzato ad arte da dirigenti che evidentemente si ritengono lesi nella loro maestà, avendo gli stessi dichiarato, riferendosi alla mia presenza nell'impianto, "questa è casa nostra".

Se i responsabili del Tecnocasic ci avessero mostrato quel che avevamo richiesto di vedere, invece di tentare di ostacolarci in tutti i modi, non si sarebbe verificato nessun imprevisto. Invece si è preferito chiamare la polizia, senza che ve ne fosse alcuna necessità. Per quanto ci riguarda, non ci faremo intimidire e torneremo ancora a ispezionare questo impianto che ci lascia ancora troppi dubbi sia sulla gestione sia sulla sua efficacia. Raccoglieremo tutti i dati e le documentazioni disponibili, soprattutto sui rilevamenti dei rifiuti radioattivi e sulle centraline di controllo mancanti ma purtroppo con perenni deroghe dell' Arpas. I cittadini sardi non possono continuare a morire e ad ammalarsi per l'aria che respirano. Chi fino a oggi ha permesso che tutto ciò accadesse verrà inchiodato alle proprie responsabilità".