La Coldiretti ha scritto ai Prefetti denunciando il ritardo nell'erogazione dei premi comunitari e annunciando che "la situazione delle campagne è esplosiva, rischia di deflagrare", e non vengono quindi escluse manifestazioni di protesta.
"Questa mattina abbiamo inviato una lettera a tutti i Prefetti per renderli partecipi della nostra forte preoccupazione per il difficile momento che stanno attraversando le imprese agricole sarde e segnalare una situazione che rischia di deflagrare da un momento all'altro", sottolinea il presidente di Coldiretti, Battista Cualbu, che come organizzazione non esclude "di utilizzare anche l'arma della piazza per far sentire questa voce di disperazione inascoltata, consapevoli di creare, obtorto collo, disagio in un momento di crisi come questo".
"Mai come quest'anno si sono verificati ritardi nel pagamento dei premi comunitari che spettano di diritto ad agricoltori ed allevatori. Stiamo parlando di decine di milioni di euro che coinvolgono la quasi totalità delle aziende agricole. Il mancato arrivo dei denari ormai messi in bilancio, è un dramma per un'impresa, e lo è ancora di più in questo particolare momento economico – hanno precisato Cualbu e il direttore della Coldiretti, Luca Saba -. Molte della circa 20mila aziende che anche a dicembre, termine ultimo per l'erogazione dei premi comunitari, non hanno visto recapitarsi le spettanze sono precipitate nel baratro. Ai debiti pregressi che si sperava di saldare, si sono aggiunte anche le nuove rate che gli istituti di credito, come da calendario, hanno inviato e che giustamente pretendono che si saldino entro le scadenze stabilite".
"Purtroppo anche le ultime rassicurazioni arrivate da Agea, dal Ministero e dalla Regione, che avevano indicato in lunedì scorso, 1 febbraio, la data per l'arrivo dei denari, si sono rivelate per l'ennesima volta vane. Per questo ci siamo rivolti ai Prefetti per informarli di questo stato di cose e comandare anche il loro autorevole intervento", ha concluso Cualbu.
"È passata una settimana da quando Agea ci aveva assicurato che i pagamenti comunitari sarebbero partiti lunedì 1 febbraio. In questi giorni si sono susseguiti continui rinvii che francamente stentiamo a capire e che sono diventati inaccettabili. Tutta Italia è appesa all'approvazione di questo decreto che prevede i pagamenti di migliaia di domande per un centinaio di milioni di euro", lo ha detto l'assessore regionale dell'Agricoltura, Elisabetta Falchi, in merito ai ritardi dei pagamenti diretti della Pac (Politica agricola comune) e di quelli riguardanti le misure avviate del Programma di sviluppo rurale 2014-2020, già licenziate e inviate a Roma diversi mesi fa dagli uffici dell'Agenzia regionale Argea.
"Un decreto che doveva essere firmato già da tempo, ma che a causa di un numero irrisorio di pratiche non in regola è ancora bloccato. Da mesi, in collaborazione con le organizzazioni di categoria agricole nazionali, tutti gli assessorati regionali dell'Agricoltura italiani stanno esercitando ogni possibile pressione nei confronti di Agea e del Mipaaf. Un lavoro di squadra su cui ci confrontiamo costantemente", ha spiegato l'assessore la quale ha comunque assicurato che "il pressing su Ministero e Agea andrà avanti con la dovuta fermezza" fino a quando non si sbloccheranno i pagamenti. "Se l'Organismo pagatore nazionale non è capace di gestire la situazione – ha aggiunto l'esponente della Giunta Pigliaru – vorrà dire che faremo da soli. Riprenderemo in mano i fascicoli aperti nei mesi scorsi per velocizzare i lavori di istituzione dell'Organismo pagatore regionale. Si tratta di un lavoro lungo e difficile, che richiede risorse economiche e professionali importanti ma che dobbiamo far ripartire a marce forzate. È intollerabile che decine di migliaia di agricoltori e pastori debbano farsi carico, con debiti e mutui aperti per gestire l'emergenza, delle difficoltà causate da una macchina amministrativa nazionale inadeguata".







