Primi segnali positivi per artigianato e piccole imprese in Sardegna, dopo sette anni di bilanci in rosso. E' il quadro che emerge dal sesto Rapporto congiunturale sulle imprese artigiane dell'isola, presentato questa mattina a Cagliari dal presidente regionale della Cna, Francesco Porcu, e da quello nazionale, Daniele Vaccarino.
Migliora il fatturato medio che passa da 150mila euro nel 2014 a 200mila nel 2015. In crescita soprattutto il commercio, i servizi alle imprese e il manifatturiero agroalimentare. Resta critica, invece, la situazione dell'edilizia (alla fine del terzo trimestre 2015 le imprese artigiane di costruzioni erano 13.751, contro le 14.169 di fine 2014 e le 14.732 del 2013). Soffrono anche trasporti, il settore alberghiero e quello della ristorazione. A livello territoriale, maggiori difficoltà presentano il Nuorese e l'Ogliastra.
Quanto al credito, diminuiscono le imprese artigiane che lamentano un deterioramento delle condizioni complessive del finanziamento bancario: il 15% contro il 20% nel 2014 e il 31% nel 2012. Stabile la situazione sul fronte occupazione: durante il 2015 l'8% degli artigiani ha ripreso ad assumere.
"E' necessario mettere in campo una strategia di sviluppo regionale per intercettare questi segnali di ripresa – ha detto Porcu – L'impianto recessivo della manovra finanziaria approvata dalla Giunta tarpa le ali alla crescita economica, quindi il Consiglio cancelli l'aumento Irap e Irpef, le risorse necessarie possono essere trovate nel fondo Sfirs che ammonta a circa 250 ml di euro". "Si tratta di segnali positivi, ma ancora molto deboli" – ha commentato Vaccarino che, in merito all'edilizia, ha evidenziato "la necessità di concentrarsi sempre più sull'efficientamento energetico e sulla ristrutturazione".