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Al via la mobilitazione con i rappresentanti delle marinerie di Golfo Aranci, Santa Teresa di Gallura, Palau, Olbia, Porto Torres, Siniscola, Alghero che questa mattina si sono ritrovati con il deputato di Unidos Mauro Pili per chiedere al Governo di "revocare immediatamente l'accordo che regala alla Francia i mari a nord della Sardegna".
Una trentina di pescherecci ed i relativi equipaggi si sono ritrovati al molo pescatori di Golfo Aranci all'alba con uno striscione bianco e la scritta "No mare di Sardegna alla Francia".
Pili ha ribadito che "non basta la non ratifica dell'accordo, noi vogliamo la revoca. Se entro oggi alle 13, quando i pescherecci raggiungeranno quel tratto di mare, non verrà revocato l'accordo, la settimana prossima bloccheremo quello specchio acqueo".
"Non solo non sono state sentite le regioni interessate, ma non sono neppure state coinvolte le categorie dei pescatori – ha spiegato il parlamentare sardo – che oggi si vedono vietare un tratto di acque internazionali, cedute alla Francia, uno specchio acqueo molto importante per la loro attività. Grazie a questo accordo di una gravità inaudita, la Francia passa dalle 12 alle 40 miglia, nonostante le dichiarazioni degli esponenti del Pd che continuano a negare e a coprire il misfatto del governo Renzi: lo dicano ai pescatori del Nord Sardegna che si tratta di una bufala", conclude Pili. 

"Che il governo abbia svenduto il mare del nord Sardegna alla Francia ci appare uno scherzo di cattivo gusto, una cosa impossibile sul piano tecnico più che su quello politico". Lo hanno detto i parlamentari sardi, il senatore di Sel, Luciano Uras e il deputato di Cd Roberto Capelli, commentando la notizia relativa ad un accordo internazionale siglato dal ministro degli esteri francese Fabius e quello italiano Gentiloni con cui il governo italiano avrebbe ceduto porzioni infinite di mare alla Francia.
"In ogni caso – hanno proseguito – i sardi e la Sardegna non sono in vendita né oggi né mai, tanto meno per abbattere il debito pubblico, così come avrebbe voluto fare già da tempo qualche folcloristico esponente politico".
"I sardi e la Sardegna stanno facendo una dura battaglia per costruire l'Europa dei popoli e delle Regioni e lo stanno facendo – hanno concluso Uras e Capelli – insieme ad altre tante realtà mediterranee, della Spagna, della Francia e della Grecia, tanto per fare un esempio". 

Il capogruppo di Forza Italia Sardegna in Consiglio regionale, Pietro Pittalis, preannuncia "una vera propria guerra istituzionale, con gli strumenti del diritto e della democrazia, che stanno tutti dalla nostra parte" anche attraverso la presentazione di una mozione del centro-destra "contro la svendita del mare sardo".
"Ora siamo di fronte ad un bivio: il Pd non potrà votare una cosa a Roma e dirne un'altra nell'Isola, come hanno già fatto, per esempio, sulla tassa sui biglietti aerei – osserva – Nessuno si azzardi a votare la ratifica o ad assentarsi il giorno in cui malauguratamente dovesse essere proposta al Parlamento. Né si comprende il silenzio del presidente Pigliaru, che nelle stesse ore in cui i media rilanciavano la notizia ha incontrato il presidente corso senza accennare alcun tipo di reazione".
"Ecco l'ennesimo provvedimento calato dall'alto dal Governo nazionale a danno della Sardegna, al quale fa eco il mutismo istituzionale della Regione: lo Stato faccia subito chiarezza e la Giunta faccia sentire la propria voce – chiede il consigliere regionale e sindaco di Golfo Aranci, Giuseppe Fasolino – Un'azione quella che vorrebbe una riduzione delle acque territoriali italiane, a vantaggio di quelle francesi, che rischia di penalizzare sempre di più la categoria dei pescatori sardi, già messa a dura prova da una crisi senza precedenti, da un continuo aumento dei costi e da una serie di incombenze burocratiche che di certo non facilitano chi tutti i giorni sfida il mare per guadagnarsi da vivere".