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I familiari delle vittime delle violenze avvenute nel centro Aias di Decimomannu (Cagliari) non venivano informati né dalla responsabile Sandra Murgia e nemmeno dal direttore amministrativo dell'Aias, Vittorio Randazzo, e gli operatori godevano di impunità. Lo scrive a chiare lettere il Gip Giampaolo Casula nell'ordinanza che ha sospeso i due amministratori e altri 12 dipendenti.
In riferimento al paziente picchiato e poi finito in ospedale il Gip spiega che "appare evidente come vi sia stata da parte della direzione del centro Aias di Decimomannu e anche della direzione centrale Aias di Cagliari, nella persona del direttore amministrativo Vittorio Randazzo (il quale ha promosso e seguito il procedimento disciplinare nei confronti dell'infermiere e dell'educatrice) – spiega il giudice – l'intenzione di nascondere ai familiari del paziente quanto accaduto, precludendo loro l'esercizio dei diritti spettanti alla parte offesa, incapace di intendere e volere". Pesante la posizione di Sandra Murgia, "non v'è dubbio che abbia costantemente tollerato le condotte illecite dei dipendenti sui quali invece avrebbe dovuto vigilare – sottolinea il Gip -. Tale atteggiamento spesso di inerzia e talvolta anche di 'protezione' verso i colpevoli, ha avuto l'effetto di incoraggiare i comportamenti violenti verso i pazienti. In un simile contesto, gli operatori hanno potuto contare su una sorta di impunità".
Secondo il Gip "i responsabili potevano contare su trattamenti indulgenti visto che soltanto nei casi più gravi nei confronti dei colpevoli sono stati adottati provvedimenti di sospensione dal servizio per qualche giorno". E aggiunge "anzi, proprio i dipendenti che avevano osato segnalare i fatti, spesso hanno dovuto subire conseguenze e rimproveri".