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"È stato un pasticcio legato alle pressioni del presidente della Fondazione Massimo Zedda. Una nomina politica, non legata a criteri tecnici professionali. La finalità pubblica del contenimento dei costi è stata un pretesto per perseguire un atto illecito". Così il pubblico ministero Giangiacomo Pilia ha chiesto la condanna ad un anno e sei mesi del sindaco di Cagliari, Massimo Zedda, accusato di abuso d'ufficio per la nomina alla guida del Teatro Lirico del capoluogo di Marcella Crivellenti, nomina poi annullata dal Tar perché illegittima.

Il pm ha chiesto di valutare l'attendibilità della testimonianza voluta dalla difesa di Zedda dell'ex sottosegretario Salvo Nastasi che in aula aveva raccontato ai giudici che anche per altri teatri non era stata rispettata la manifestazione di interesse. "Il sindaco estrasse dalla tasca il nome della Crivellenti – ha ripetuto più volte il pm – non fornì garanzie sulle capacità amministrative. Insomma la nomina fu un pasticcio legato proprio alle pressioni del presidente Zedda". 

Poco prima dell'inizio della requisitoria ha testimoniato Claudio Fava, parlamentare di Sinistra italiana, chiamato proprio dalla difesa del sindaco.
"Non ho più parlato a Massimo di Marcella dopo che si erano conosciuti in un incontro a Cagliari – ha dichiarato il parlamentare – e ho appreso stupito che stesse lavorando al Lirico dai giornali".
Il sindaco Zedda è accusato di aver introdotto la candidatura della Crivellenti fuori dai criteri del bando emanato dalla Fondazione che presiedeva, nonostante fossero arrivati i curriculum di 44 candidati alla carica di sovrintendente. Sempre con l'ipotesi di abuso d'ufficio è accusato di aver ritardato la nomina nel Cda dell'Ente di Giorgio Baggiani.
Ora la parola passa alle parti civili e poi ai difensori, gli avvocati Giuseppe Macciotta e Fabio Pili.