Doveva essere il giorno delle verità e forse delle risposte per il vicepresidente del Consiglio regionale della Sardegna Antonello Perù (Fi), arrestato insieme ad altre 15 persone nell'ambito della maxi inchiesta sugli appalti truccati nell'Isola denominata Sindacopoli.
L'esponente politico, accusato di associazione a delinquere finalizzata alla turbativa d'asta e alla corruzione, ha scelto la strada del silenzio, avvalendosi della facoltà di non rispondere durante l'interrogatorio di garanzia. I legali che lo rappresentano preferiscono analizzare nel dettaglio le contestazioni che mosse al loro assistito. Secondo l'accusa Peru, insieme all'ex consigliere regionale Angelo Stochino (Fi), anche lui finito in carcere, sarebbero stati i punti di riferimento politici per Salvatore Pinna, l'imprenditore di Desulo (Nuoro) considerato il grande manovratore delle gare truccate. Pinna e Stochino saranno sentiti domani.
Nel frattempo oggi ha risposto per circa sei ore prima al Gip del tribunale di Oristano Annie Cécile Pinello e poi al pm che coordina le indagini Armando Mamone, l'ingegnere cagliaritano Andrea Ritossa, accusato di turbativa d'asta. Il professionista, difeso dall'avvocato Sebastiano Tola, ha cercato di chiarire la sua posizione ribadendo la regolarità delle prestazioni professionali fornite. Il magistrato ha dato parere favorevole alla revoca degli arresti domiciliari, ma contrario alla ripresa del lavoro.
Si è avvalso, invece, della facoltà di non rispondere il provveditore delle Opere pubbliche di Cagliari, Walter Quarto, accusato di turbativa d'asta e corruzione. Infine, ha rinunciato all'interrogatorio di garanzia l'ingegnere e docente universitario Carlo Bernardini. I legali hanno deciso di presentare direttamente ricorso al tribunale del Riesame
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Appalti truccati, Peru in silenzio davanti ai giudici







