Primo messaggio: andare a votare.
Secondo: mettere una crocetta sul Sì. A pochi giorni dal referendum in programma domenica 17 aprile, mobilitazione trasversale questo pomeriggio davanti al Consiglio regionale contro le trivelle. In piazza per un sit-in seguito da dibattito, insieme ad associazioni e comitati ambientalisti con la bandiera dei Quattro mori, anche il Movimento 5 Stelle.
Tutti uniti, per una volta, in nome del no alle trivelle.
"Partiamo dall'election day negato – ha detto Luigi Pilloni, portavoce del M5s – per poi raggiungere il paradosso regionale con promotori del sì in consiglio regionale e un no del presidente della Regione Francesco Pigliaru".
L'invito è chiaro: "Non bisogna disertare le urne- continua Pilloni- da qui a domenica bisogna moltiplicare i sì". Presente anche la senatrice cinque stelle Manuela Serra. Sul fronte delle battaglie ambientaliste per la Sardegna anche il sindacato Css: "Necessario – ha spiegato il segretario Giacomo Meloni- esercitare il diritto di voto e dire sì. Vero che questo referendum non riguarda direttamente la Sardegna. Ma è vero che quando un impianto si guasta, come è successo in Tunisia, le conseguenze le possiamo pagare anche noi".
All'attacco anche Assotziu consumadoris: "Diciamo sì – ha detto Marco Mameli- anche perché c'è disparità di trattamento: troppi sconti ai petrolieri. E non parlino di posti di lavoro che si perdono: dicono 10 mila ma è un dato assolutamente non veritiero".
Rincara la dose il comitato No scorie. " La vittoria del 17 – spiega Vincenzo Pillai – è importante non solo per costringere i petrolieri a rinunciare al rinnovo automatico delle concessioni, ma anche per dare forza alla raccolta firme dei prossimi referendum. Renzi utilizzerebbe la nostra sconfitta per dire che i referendum non servono".
Pd spaccato a Nuoro. Nuova spaccatura nel Pd sul sostegno al referendum sulle trivelle off shore di domenica 17 aprile. Il senatore Giuseppe Cucca attacca i suoi compagni di partito della direzione provinciale di Nuoro per aver dato indicazioni per il sì "dopo una discussione di pochi minuti e forse in assenza di numero legale", denuncia il parlamentare sardo. Non solo: "la segretaria – denuncia Cucca – ha diffuso solo il documento comitato per il sì sottoscritto tra gli altri dai 5 stelle, non rispettando quindi il mandato datogli dalla direzione".
Il senatore si dice "fermamente contrario" al referendum chiesto anche dalla Regione attraverso il Consiglio regionale, una consultazione che ritiene "inutile, se non dannosa, fondata su motivazioni errate". "L'eventuale vittoria del sì – spiega Cucca – causerebbe la perdita di migliaia di posti di lavoro nonché di investimenti per miliardi di euro. Pensare di poter fare a meno attualmente del gas e del petrolio – conclude – è una chimera e non si comprende perché ci si debba rifornire dall'estero avendo invece questa ricchezza nel nostro Paese".







