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"Non ho mai fatto marchette, mi occupavo dei problemi della gente". Così l'ex capogruppo Pdl del Consiglio regionale della Sardegna, Mario Diana, a processo per peculato nell'ambito dell'inchiesta sui fondi ai gruppi, risponde in aula al pm Marco Cocco che chiedeva delucidazioni sull'uso del denaro destinato al suo gruppo consiliare.
A Diana, arrestato nel 2013, la Procura di Cagliari contesta spese illegittime per oltre 600 euro, ma molte sarebbero riconducibili ad altri consiglieri visto che il gruppo Pdl, all'epoca dei fatti, era il più nutrito con ben 35 componenti.
Come nell'udienza precedente, l'imputato è apparso sicuro, a volte duro nelle risposte fornite al magistrato: "Ho sbagliato ma non voglio rimanere qui a subire", ha detto mentre gli venivano chieste spiegazioni sul motivo per il quale non sarebbero state prodotte per tempo alcune fatture e documenti contabili.
Oggi l'interrogatorio all'inizio si è concentrato su alcuni aspetti relativi all'acquisto di 21 penne Montblanc a Natale del 2009 da regalare ai consiglieri regionali e soprattutto su quello di un portafogli della stessa marca come regalo a una collaboratrice dell'allora consigliere Simona De Francisci. Il sostituto procuratore ha chiesto spiegazioni a Diana anche su un certificato di deposito da 200 mila euro del Banco di Sassari acquistato nel 2012 e vincolato per un anno. L'ex capogruppo si è giustificato dicendo che era un buon investimento a livello di interessi e pagamento di bonifici. "Nel gruppo confluivano 300/400 mila euro l'anno – ha dichiarato – ne bastavano di meno per la gestione". Ma la decisione dell'acquisto fu presa solo da Diana senza una delibera del gruppo.
Infine, si è affrontato il tema dei due collaboratori che gestivano la segreteria dell'ex capogruppo a Oristano i quali erano in parte pagati con i fondi del gruppo, in parte con assegni dal conto di Diana. Nella prossima udienza fissata per il 21 giugno proseguirà l'interrogatorio, poi toccherà al controesame della difesa.