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"Si è rivelato un soggetto sanguinario, non affatto in grado di dominare i propri impulsi e sottostare a delle prescrizioni". Lo scrive il Gip di Cagliari, Giovanni Massidda, nelle 22 pagine dell'ordinanza con la quale ha convalidato l'arresto ed emesso il provvedimento di custodia cautelare in carcere per Igor Diana, il 28enne accusato di assassinato i genitori adottivi Giuseppe Diana e Luciana Cirgiolu, bastonati e uccisi a coltellate nella loro abitazione a Settimo San Pietro, in provincia di Cagliari.
Nell'ordinanza viene riportata tutta la confessione di Igor.
"Nella notte mi sono alzato e mi sono trovato in camera loro – si legge – dormivano. Ricordo che dal bagno avevo preso una mazza che ho usato per picchiarli. Non so spiegare come, ma mio padre mi ha inseguito giù per le scale. Non ricordo come è iniziata la lite. In realtà non c'è stata una lite. Mi sono alzato e li ho colpiti con una mazza da baseball. Una volta che siamo arrivati in cucina, lui ha preso una sedia, io ho preso un coltello da un cassetto per difendermi. Prima gliene ho lasciato uno e poi ne ho preso un altro e l'ho colpito".
Il giovane prosegue quindi nella descrizione di quanto accaduto nella casa: "Dopo che l'ho colpito con il coltello, sono salito da mia madre. Una volta finito tutto, ho cercato una soluzione per andarmene, mi sono cambiato e sono uscito di casa con l'auto. La mattina ho risposto al telefono a delle colleghe di mia madre che chiedevano perché non sì era presentata al lavoro. Avevo preso dei soldi, non avevo un'idea precisa di cosa fare. La sera dopo la notte in cui sono avvenuti i fatti sono andato a San Michele ad accompagnare un amico che doveva acquistare del 'fumo'".
In un altro passaggio Igor ricorda la sua reazione all'aggressione del genitore. "Mio padre mi ha colpito al braccio con la sedia, io ho preso un coltello e l'ho scagliato contro di lui, poi con un altro l'ho accoltellato. Sono quindi salito da mia madre, che avevo già colpito con la mazza, e le ho sferrato le coltellate". 

"Ho pensato di uccidermi ma non ho trovato il coraggio. Sono consapevole di aver fatto un grosso errore e che per questo devo pagare". Così la confessione di Igor Diana raccolta dal giudice nell'interrogatorio di garanzia e ora contenuta nelle 22 pagine dell'ordinanza che ha confermato l'arresto per il figlio adottivo della coppia massacrata in casa a Settimo San Pietro e catturato dalla Squadra mobile di Cagliari, coordinata dal primo dirigente Alfredo Fabbrocini.
"Sul momento non mi sono reso conto di quello che stavo facendo – dice al Gip il 28enne – il mio comportamento di quel giorno è qualcosa di sbagliato, molto più di rabbia, le persone fanno cose di cui non si rendono conto. Non mi era mai capitato di meditare di fare del male ai miei genitori, quel giorno non sono riuscito a controllarmi, ero in preda ad un impulso incontrollabile".
Igor ha descritto dettagliatamente cosa ha fatto dopo il duplice omicidio: "Mi sono tolto i vestiti sporchi di sangue lasciandoli a terra in camera mia, comprese le scarpe, e mi sono fatto una doccia. Ho messo degli abiti per terra sul sangue per non sporcarmi mentre camminavo". E ha anche confermato di non aver mai accettato di farsi visitare da uno psichiatra, ammettendo inoltre di non andare d'accordo coi genitori. "Non ho mai fatto visite psichiatriche – ha sottolineato – anche se i miei me lo hanno sempre proposto, ma io dicevo che non ne avevo bisogno. Non ho mai parlato con mio fratello dei miei contrasti con i miei genitori. Con lui non ho mai instaurato un rapporto molto intimo, ci vedevamo poco". E riferendosi ai genitori ha aggiunto: "Loro non mi capivano, non andavano d'accordo".