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La lotta alla peste suina africana passa anche dall'analisi dei cinghiali. Tra il 2015 e il 2016 su 12.734 campioni conferiti dalle compagnie di caccia alle Asl competenti, 245 sono risultati sieropositivi e 13 viruspositivi. I Comuni da cui sono pervenute le maggiori criticità riguardano l'area di Buddusò, che comprende anche gli agri di Bitti e Alà dei Sardi, poi Bultei e Bolotana, Osilo, Tergu, Chiaramonti e Seulo.
Ne hanno parlato oggi a Cagliari, nella sala riunioni del primo piano della Torre del palazzo regionale, i rappresentanti dell'Unità di progetto per l'Eradicazione della peste suina africana e quelli delle associazioni venatorie. Nella riunione è stato anche deciso di prorogare dal primo al 27 giugno la scadenza per i cacciatori della comunicazione ai servizi veterinari della Asl e alla stazione forestale e di vigilanza ambientale, competenti per territorio, del nominativo del referente per l'esercizio della caccia al cinghiale. Entro il 27 giugno vanno inoltre comunicati l'indirizzo e la località e, qualora di difficile individuazione attraverso le coordinate Gps, il luogo dove verranno raccolti i cinghiali abbattuti per essere eviscerati, sezionati e stoccati. Tali luoghi non potranno assolutamente essere situati nelle aziende suinicole.
Impegni più specifici riguardano i cacciatori che svolgono attività venatoria nelle aree infette da Psa nel selvatico.
Il responsabile dell'Unità di progetto e direttore generale della presidenza della Regione, Alessandro De Martini, ha ricordato che "le porte dei nostri uffici sono aperte alle buone proposte e alle domande dei tanti portatori di interesse che hanno a che fare con la peste suina africana".