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Non si può abbassare il prezzo del latte anche da 90 a 80 centesimi al litro unilateralmente con la campagna in corso. È la denuncia che arriva da Coldiretti: già formalizzata una class action con richiesta di intervento del giudice.
Tecnicamente si parte da una richiesta di "accertamento di conformità". Solo nella fase successiva, in caso di sentenza che dà ragione ai reclamanti, si potrà arrivare – hanno spiegato i legali dell'associazione, Giovanni Dore e Fabio Ciulli – alle richieste di risarcimento nei confronti degli industriali del latte che non hanno rispettato i patti.
Non solo: l'atto è stato accompagnato dalla richiesta dell'istituzione di un Authority che abbia il compito di ricevere dai caseifici e mettere a disposizione di tutti i dati dei conferimenti del latte, delle produzioni di formaggio, delle vendite e delle eventuali giacenze. "La diffida ai trasformatori non ha sortito alcun effetto – ha spiegato il presidente regionale della Coldiretti, Battista Cualbu – e ora siamo costretti a questo ulteriore passaggio legale: non è giustificabile questo abbassamento dei prezzi".
Non solo denuncia, ma anche proposta: Coldiretti ripropone un consorzio di secondo livello per aggregare tutte le cooperative che producono Pecorino romano incluse le associazioni di categoria. "In questo modo – ha spiegato – si unirebbe una parte disaggregata che produce oltre il 60 per cento del Pecorino romano consentendogli di esercitare e imprimere nel mercato la propria forza".
I punti di forza? "L'ipotesi che rilanciamo – ha detto il direttore regionale Luca Saba – prevederebbe in fase di start up la compartecipazione della Sfirs con propri fondi".