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Misurazione della pressione, screening e informazioni: tutti in fila al gazebo di Alice in piazza del Carmine a Cagliari per la battaglia di prevenzione contro l'ictus. In campo i volontari dell'associazione Alice e i medici che per tutta la mattina hanno assicurato visite e consigli, gratuiti, alle tante persone che chiedono di saperne di più. In campo anche il direttore della Stroke unit del Brotzu, Maurizio Melis.

Una corsa contro il tempo, quella per arginare gli effetti dell'ictus. Proprio nell'ospedale di via Peretti è stato elaborato un percorso interno che prevede un approccio specifico al malato, con l'attivazione di una "corsia preferenziale" dall'arrivo in Pronto soccorso al momento del possibile trattamento in Stroke Unit, con l'obiettivo di guadagnare minuti preziosi. La terapia dell'ictus acuto è strettamente dipendente dal tempo. La possibilità di efficacia – spiegano gli esperti – è legata alla riapertura dei vasi occlusi prima che ci siano lesioni permanenti ed irreversibili del cervello.

"Il tempo è cervello" ed il perfetto funzionamento della macchina necessita del coinvolgimento degli operatori del 118, del Pronto soccorso, della Radiologia, del Laboratorio e di varie altre figure oltre all'equipe della Stroke Unit. Ma un grosso limite nella tempestività è costituito dalla difficoltà nel riconoscimento dei sintomi dell'ictus e dall'incertezza nel chiamare subito soccorso.

Alla base di una terapia efficace è indispensabile perciò una buona partenza: il paziente colpito da ictus o i suoi familiari devono saper riconoscere immediatamente i primi segni della malattia per poi chiamare il 118. Un trattamento con un farmaco trombolitico entro le 4 ore e mezza dall'esordio dei sintomi consente a circa un paziente su tre di rientrare al proprio domicilio ed al 50% di raggiungere un risultato clinico soddisfacente.