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Pecore e trattori dalle campagne alla città, a Cagliari, per lanciare due messaggi molto chiari: no alla riduzione del prezzo del latte e no alle produzioni di formaggio estere che giocano a travestirsi con la bandiera dei Quattro mori. Una protesta ordinata: gli allevatori e gli agricoltori sardi hanno puntato sul dialogo con le istituzioni – senza creare disagi al traffico – in occasione della tappa isolana del tour di Coldiretti.

Due gli interlocutori d'eccezione: il governo, con il viceministro Andrea Olivero, e la giunta regionale con il presidente Francesco Pigliaru. Un'invasione di oltre cinquemila persone: i trattori sono stati sistemati all'interno della Fiera così come le pecore, raccolte in un piccolo recinto. Tante le cose da dire, ma soprattutto due Sos: per il pecorino non sardo spacciato come sardo. E per il taglio anche del 30 per cento rispetto allo scorso anno del prezzo del latte. Gli allevatori temono di perdere tutto: tradizione e occupazione. E di non avere un futuro in un mercato che non premia le loro fatiche e che deve fare i conti con la concorrenza non sarda. Per questo è stata montata una caldaia per la preparazione del vero pecorino ed è stata allestita la prima mostra del falso pecorino nel mondo con esempi provenienti da tutti i continenti, dal Romano Made in Usa al Sardo prodotto in Canada.

Una vera invasione di pecorino straniero in Italia con le importazioni che sono praticamente triplicate (+ 181%) nel 2015 per un totale di 2,9 milioni di chili. Più di 3 forme di formaggio pecorino straniero su 4 (78%) – denuncia Coldiretti – sono arrivate in Italia nel 2015 dall'Europa dell'Est, in particolare da Romania e Repubblica Ceca. Non solo. Dalla mungitura quotidiana di una pecora si ottiene in media un litro di latte che viene pagato oggi al ribasso – denuncia la Coldiretti – appena 80 centesimi nonostante l'andamento positivo delle esportazioni di pecorino che nel 2015 sono aumentate in valore del 16%.

"Siamo di fronte a manovre speculative coperte da atti di arroganza che non possiamo accettare", ha detto a Cagliari il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel denunciare che "si assiste a un aumento esponenziale delle importazioni di bassa qualità mentre si disdicono i contratti per abbassare i compensi ai pastori con la scusa della sovrapproduzione".

C'è l'appoggio del Governo: "Lo dicono i dati, non è una boutade – ha detto Oliviero – latte e formaggio sardo sono produzioni di eccellenza. Guarda caso i consumatori chiedono pecorino sardo, non romeno". Incoraggiamento e garanzia di collaborazione anche dalla Regione: "Bisogna preservare la qualità per venderla fuori- ha avvertito Pigliaru- il chilometro zero va bene, ma non basta". Altri dati Coldiretti che fanno riflettere. Negli Stati Uniti 7 pecorini di tipo italiano su 10 sono "tarocchi" nonostante il nome richiami esplicitamente al made in Italy. Non solo sos ma anche esempi positivi. Come quelli dei 50 migranti che lavorano i campi nel Sassarese per costruire il loro futuro quando arriverà l'ora di tornare in Africa. O quello dell'agricoltura che strisce la mano all'industria verde con produzioni, dal cardo, di bioplastiche e biofertilizzanti. Non solo. Ci sono anche soluzioni anche caseo finanziari come il "Pecorino Bond", uno strumento innovativo per sostenere il settore e farne volano di sviluppo e occupazione.