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Si riparte dal "via", come per il gioco del Monopoli. Il centrosinistra decide di riprovare a disegnare il nuovo servizio sanitario in Sardegna partendo dal 'cuore', la Asl unica (Asur), l'unico punto irrinunciabile per il governatore Francesco Pigliaru e per una parte della sua maggioranza. E' quanto emerso dal vertice in Consiglio regionale, al quale hanno partecipato il presidente Pigliaru e l'assessore della Sanità Luigi Arru.

Da mercoledì 22, alle 10, si riprende a lavorare con i tavoli tecnici per condividere gli emendamenti rispetto al testo base della Giunta, nel frattempo il 28 si approva in Aula la proroga dei commissari delle Asl per un mese, dando il tempo a tutti di trovare l'unità che ancora manca. Alcune posizioni, emerse anche in questi giorni, sembrano inconciliabili. Ma ad avvisare i suoi ci pensa lo stesso Pigliaru: "le modifiche non devono essere in conflitto con la visione generale della Asl unica", chiarisce il governatore. Un organismo di cui "c'è bisogno perchè – spiega – è necessario molto più controllo sugli standard di costo e dei servizi erogati in un contesto in cui non ci devono essere sprechi. Altri sono dettagli tecnici".

Lo stesso presidente fuga i dubbi sulla riforma: "non faremo una legge pasticciata – sottolinea – ma coerente con il ruolo cruciale della Asl unica". Troppi poteri al direttore generale? "Se si hanno responsabilità – replica Pigliaru – bisogna dare tutta la catena di responsabilità e quindi il manager deve avere tutti i poteri che gli consentiranno di fare l'enorme lavoro che gli viene chiesto di fare". Secondo Pietro Cocco, capogruppo del Pd, "occorre sperimentare strade nuove, ma non sulla pelle dei cittadini, per avere servizi più efficienti e abbassare i costi".

Una "sanità più efficiente e a costi minori" è anche l'obiettivo del Partito dei Sardi esplicitato dal leader Franciscu Sedda, mentre Anna Maria Busia del Centro democratico vede ancora nel testo della Giunta alcune "complicazioni" che vanno attenuate: "si parte però da un buon punto".

"Apprezziamo che ci sia stata la proroga di 30 giorni chiesta da noi perchè ci siamo fatti carico delle preoccupazioni espresse dai lavoratori e dai territori – ribadisce il senatore di Sel Luciano Uras – Ora dobbiamo discutere sul metodo per arrivare all'obiettivo finale sul quale non c'è alcuna pregiudiziale. Quello che è certo è che si tratta di discutere molto di più di una norma secca".