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Sono circa 260 mila, secondo Cgil, Cisl e Uil, le persone senza lavoro in Sardegna, a fronte dei 547 mila occupati e delle 675 mila forze lavoro. Rielaborando i dati Istat, i sindacati hanno calcolato che i Neet, giovani che non lavorano e non studiano, sono circa 73 mila e rappresentano una fetta importante (31,5%) della popolazione giovanile tra i 15 e i 29 anni,una fascia d'età nella quale la disoccupazione sale al 42,4% rispetto al 18,8% del tasso di disoccupazione calcolato sull'intera popolazione (127.029 persone disoccupate).

 A questo si aggiunge il 23,5% di dispersione scolastica e i circa 30 mila lavoratori con ammortizzatori sociali in deroga o che non percepiscono più nemmeno quelli. E la somma è presto fatta. "Il calo dell'occupazione – evidenzia Michele Carrus, segretario generale della Cgil sarda – si registra maggiormente tra la popolazione femminile e nelle costruzioni. Questo significa che, se aumentano le opere pubbliche e c'è una diminuzione di imprenditori e di operai in questo settore, c'è qualcosa che non sta andando per il verso giusto". Secondo Oriana Putzolu della Cisl, il problema è anche una questione di programmazione e spendita di risorse.

"Nel giugno 2015 la strategia investire sulle persone- Priorità Lavoro della programmazione unitaria stanziava risorse per 325 milioni di euro, nel bilancio 2016 sono stati messi, invece, 212 mln ridotti a 202 mln nell'ultimo tavolo con i sindacati del 13 giugno. I maggiori tagli riguardano le politiche di Flexicurity, quelle sull'occupazione giovanile e sulle azioni innovative per l'occupazione, dei 202 mln sono state avviate e sono attive azioni per soli per 75 mln, mentre – ribadisce – 140 mln sono fermi tra azioni avviate ma non attive (48,5 mln) e ancora non avviate (circa 90mln)". "Qual è l'idea di sviluppo della Sardegna che si ha? – chiede Francesca Ticca segretario generale della Uil sarda – le azioni sulla dispersione scolastica sono da rivedere e non basta una palettata di cemento o contratti co.co co a fine anno per aggredire il problema.

Anche in agricoltura questa Giunta non si è saputa attrezzare per correggere eventuali distorsioni. Ecco allora che occorre costruire una rete per affrontare i problemi concreti: o rispondono adesso o a settembre vengono bocciati definitivamente".