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"La vittoria del sì metterebbe a rischio la nostra autonomia, consentendo allo Stato di decidere in modo esclusivo su materie di interesse regionale, dall'energia ai trasporti: sarebbe bene che, su questo punto, il presidente del Consiglio regionale facesse sentire la sua voce".

Lo ha dichiarato il consigliere di Fratelli d'Italia, Paolo Truzzu, che, assieme a Marcello Orrù (Psd'Az) e al consigliere di Fi Giancarlo Carta, ha presentato il Comitato "No Grazie" al Referendum costituzionale. "Se questa riforma dovesse passare – ha continuato Truzzu che ha anche annunciato la costituzione di Comitati in tutta la Sardegna – nel nuovo Senato la Regione avrebbe tre rappresentanti, solo uno in più di Valle d'Aosta, Molise, province di Trento e Bolzano".

Poi, "dal punto di vista del centrodestra, il No alla riforma è riferito al merito, perché noi vogliamo il cambiamento e ci schieriamo dalla parte degli innovatori, siamo per esempio per l'elezione diretta del Presidente della Repubblica e per consentire ai cittadini di esprimersi, attraverso una consultazione referendaria, sulle scelte dell'Ue".

Per Orrù, "il Senato diventerebbe una sorta di circolo di sindaci del Pd con una rappresentanza regionale del tutto squilibrata, soprattutto a danno della Sardegna", mentre secondo Carta "è stato una grave errore del centrosinistra non impostare la riforma cercando il consenso più ampio in Parlamento delle opposizioni e delle forze politiche".