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"La famiglia Chessa sapeva di non avere conti da regolare con nessuno. Mai si sono rivolti a me per sapere dell'omicidio di Cisco. Conoscevo lui e la sua famiglia da 30 anni". Così Giovanni Olianas, ex vicesindaco di Villagrande – in carcere dal marzo scorso con l'accusa di essere la mente della banda degli assalti ai portavalori in Sardegna – in aula nel tribunale di Nuoro per testimoniare al processo per l'omicidio dell'allevatore di Orune Cisco Chessa, ucciso nel suo paese il 18 maggio 2015.

Scortato dalla polizia penitenziaria, è apparso provato e molto dimagrito dalla permanenza in carcere. Il processo, giunto ormai alla battute finali, vede sul banco degli imputati Sergio Taioli, 31 anni di Sorgono, finito nel registro degli indagati tre anni fa, al termine di un'indagine che lo vedeva implicato in un attentato contro la casa di un compaesano, presa a fucilate. Ad incastrarlo era stato il fucile cal.12 che gli era stato sequestrato in quella prima inchiesta. Gli esami dei Ris accertarono poi che l'arma era la stessa da cui furono esplosi i sei colpi che uccisero Chessa. Taioli, originariamente sotto accusa come autore materiale del delitto, resta imputato a piede libero per concorso morale in omicidio volontario. Lui, che si professa innocente, ha ammesso di aver usato il fucile per l'attentato a Sorgono, chiarendo che gli era stato dato da un amico, di cui però non ha mai svelato il nome.

Oggi il Pm Andrea Vacca ha ascoltato una decina di testi, molti dei quali di Villagrande. Perché, secondo l'accusa, ci sarebbe un 'filo rosso' che lega l'omicidio di Orune, maturato verosimilmente nell'ambito della faida del paese, all'Ogliastra, da cui sarebbe arrivato il fucile che ha ucciso l'allevatore. L'esame dei testimoni si concluderà nella prossima udienza del 13 ottobre, poi la discussione finale del Pm e delle parti. Il presidente della Corte d'Assise, Giorgio Cannas, ha già fissato le date: il 29 novembre parleranno la pubblica accusa e le parti civili, rappresentati dagli avvocati Michele Mannironi e Angela Nanni; il 5 dicembre sarà la volta dei difensori Luigi Concas e Gianluigi Mastio; il 19 dello stesso mese la Corte si ritirerà in camera di consiglio e in quella data potrebbe arrivare anche la sentenza.