lo-spread-aspetta-che-arrivi-il-cadavere-della-costituzione
Anche questa settimana il rialzo dello spread è oggetto dell’attenzione di molti commentatori, alcuni dei quali fanno presagire un aumento o una diminuzione a seconda dell’esito del referendum del 4 dicembre sulla riforma costituzionale.
 
Primo tra tutti il Presidente del Consiglio che dichiara “Con le riforme il Pil va su e lo spread va giù”. Al di là del solito sorriso con cui il premier accompagna le sue dichiarazioni, il concetto è di una gravità estrema. Capiamo il perché. L’Unione monetaria europea ed i Trattati rappresentano lo strumento con cui l’economia neoliberista e mercantilista  riesce a spogliare gli Stati della propria ricchezza (ovvero la ricchezza dei cittadini) a vantaggio di pochi gruppi economico-finanziari.  
 
Per completare l’opera di spoliazione è necessario però modificare le Costituzioni che spesso intralciano il cammino in quanto progettate per difendere la collettività e l’interesse pubblico. 
 
Lo dice la stessa banca di investimento JP Morgan in un documento del 2013:
“.. I Paesi della periferia ( Italia, Spagna, Grecia, Portogallo)  hanno ottenuto successi solo parziali nel seguire percorsi di riforme economiche e fiscali, e abbiamo visto esecutivi limitati nella loro azione dalle Costituzioni” [ The Euro area adjustment – Banca di investimento J.P. Morgan – 2013]
 
La riforma costituzionale è esattamente in linea con questa richieste. I nuovi articoli 55 e 70  inseriscono i vincoli europei nella nostra Costituzione, esattamente come “suggerito” da J.P. Morgan. Se passa la riforma la nostra Costituzione verrà sottomessa ai dettami dei mercati finanziari e agli interessi della ristretta elite tecnocratica in maniera ancora più stringente, senza più impedimento all’applicazione delle politiche di austerità.
 
Quando Renzi afferma che se non passa la riforma lo spread salirà è perché sa che i mercati finanziari aspettano con trepidazione la riforma. La vittoria del NO equivarebbe ad un segnale di insubordinazione di un popolo verso un destino già scritto nei Trattati.
 
Il quesito del referendum del 4 va letto in questa maniera:
Volete sottomettere la Costituzione Italiana ai vincoli economici dei trattati europei che impongo agli Stati l’austerità?
Il tutto chiaramente con buona pace del primo articolo della Costituzione che recita “La sovranità appartiene al popolo”.