"Il differenziale sul No in Sardegna rispetto al dato italiano mi sembra legato al timore di una perdita di potere e non credo vada visto in senso conservativo o distruttivo, ma di rilancio istituzionale e dell'azione di governo: ci sono le condizioni per questo rilancio che andava fatto già prima".
Lo afferma il segretario del Partito dei Sardi, Franciscu Sedda, commentando l'esito del referendum costituzionale e le voci di un possibile scossone nel governo regionale. "Io vedo questo risultato come la richiesta di avere più coraggio per seguire una strada di autodeterminazione: una sfida – sottolinea – i sardi hanno voluto dire che non accettano restrizioni dei poteri ma chiedono di ridefinirne il quadro e credo che questo sia condiviso sia da chi ha votato Sì che da quelli che hanno votato No.
Non era un referendum su Pigliaru – chiarisce Sedda – e dobbiamo fare noi lo sforzo di trovare, sia nell'ambito dei Sì che dei No, la difesa dello spazio di autogoverno in una nuova carta di sovranità. Se abbiamo fatto molto dobbiamo fare di più".







