Se non è un addio, poco ci manca. Non è neppure un ultimatum, ma in attesa del vertice di maggioranza richiesto a più voci dopo la debacle referendaria del Sì, le dimissioni di due assessori e l'uscita dalla coalizione centrosinistra dei Rossomori, oggi ad essere in bilico è l'alleanza con il Centro democratico. Per ora a farsi sentire, come già aveva fatto all'indomani del rinnovo degli incarichi interni al Consiglio regionale, è il deputato Roberto Capelli, che presenterà una proposta di rottura nell'assemblea del partito convocata dal segretario Nicola Selloni per il prossimo 5 dicembre a Tramatza.
Non si tratta ancora di una porta chiusa, ma di un estremo appello che potrebbe essere racchiuso in un documento politico per dettare tempi, modi e contenuti dell'agenda politica del centrosinistra. "Personalmente – spiega Capelli – ritengo che sia arrivato il momento per fare una seria e responsabile valutazione sulla nostra permanenza in questa 'torbida' botte politica, pensando soprattutto al futuro per non sentirci accusati, domani, di complicità nel aver saputo ma non aver fatto". Secondo il parlamentare, da più parti nell'Isola arrivano "lamentele sull'opacità, l'inerzia, l'inefficienza e l'inefficacia dell'azione politica in generale e di quella regionale in particolare. In quest'ultima, e soprattutto nel presidente Pigliaru, avevamo riposto grande fiducia e aspettativa.
Ci ritroviamo invece – denuncia Capelli – ad essere governati da una pletora di spregiudicati non eletti privi di una benché minima sensibilità politica che stanno lottizzando il Paese e la Sardegna secondo principi lobbistici ed amicali, e non saranno loro ad essere giudicati perché il conto lo pagherà la politica. Il concetto di meritocrazia è sempre più interpretato in maniera soggettiva e l'interesse privato, elettorale e non solo, prevale su quello pubblico. A tutto ciò si aggiunga la mancanza di ascolto e di rapporto politico, non solo con il nostro partito ma anche con i territori".







