carceri-la-denuncia-and-quot-strutture-senza-manutenzione-e-carenze-organico-and-quot

L'emergenza numero 1 nelle strutture penitenziarie sarde non è il proselitismo terroristico, che il personale della Polizia penitenziaria ha dimostrato di saper controllare, ma sono le condizioni delle strutture, le carenze dell'organico e le ristrettezze economiche che impediscono la manutenzione degli impianti tecnologici.

Lo sostiene il segretario regionale del Sappe Sardegna, Luca Fais. Caso emblematico la casa circondariale di Oristano dove il personale, spiega Fais, "svolge il servizio di sentinella a pochi metri da un depuratore che emana costantemente esalazione maleodoranti e nauseanti, rilasciando talvolta materiale schiumoso che si riversa addosso agli operatori".

Non va molto meglio, secondo il segretario del Sappe, con gli impianti di riscaldamento, di illuminazione e di controllo, della cui manutenzione si devono occupare alcuni poliziotti con minime esperienze acquisite sul campo.

Problemi analoghi, denuncia ancora Fais, si registrano in tutte le strutture penitenziarie sarde e un immediato intervento delle istituzioni consentirebbe alla Polizia penitenziaria "di svolgere ancora meglio il suo lavoro e darebbe anche maggiore serenità ai cittadini".