Salta il ballottaggio, resta il premio di maggioranza al partito che supera il 40% dei voti, non sono toccati capilista e plucandidature, ma viene fissato un limite importante: in caso di vittoria multipla, non si può scegliere il collegio in cui risultare eletto, ma interviene il criterio del sorteggio. E' l'Italicum 'riscritto' dalla Corte Costituzionale, che lascia in campo una legge immediatamente applicabile. Un concetto, questo, che la Corte ha voluto esplicitare mettendolo nero su bianco nel comunicato ufficiale per non lasciare dubbi residui su un aspetto scontato per i giuristi, ma non per la politica.
Diverse le reazioni dei legali che hanno impugnato la legge. "Siamo soddisfatti, il governo è stato sconfitto" dicono Felice Besotri, Michele Ricciardi e Michele Pennino. "Non si può andare a votare subito a meno che non si vada a votare con due leggi non omogenee su questioni essenziali, come soglie d'accesso e coalizioni". "Abbiamo ottenuto il minimo indispensabile in luogo del massimo che sarebbe stato possibile", dichiara invece Vincenzo Palumbo, secondo il quale però "si è aperta la strada a un precedente importantissimo per insorgere contro una futura legge elettorale che mettesse in discussione il diritto costituzionale al voto".