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A più di quattro mesi dall'elezione, poi annullata, del sindaco di Bitti (Nuoro) Giuseppe Ciccolini (Pd), l'Anci Sardegna ha il suo nuovo presidente.

E' il sindaco di Bortigiadas, in Gallura, Emiliano Deiana, l'esponente sempre del Pd che il 23 settembre scorso aveva perso la sfida con Ciccolini e che oggi, a conclusione di una lunga serie di colpi di scena, ha deciso di ripresentare la sua candidatura ed è stato eletto per acclamazione dai 118 primi cittadini, sui 377 complessivi nell'Isola, rimasti nella sala conferenze del Centro Servizi Losa di Abbasanta fino alle 16 del pomeriggio. Quanto durerà la sua presidenza è ancora tutto da vedere.

Lo ha detto chiaramente lo stesso Deiana subito dopo il voto. Riconoscendo che i 118 sindaci che lo hanno votato costituiscono una piccola minoranza rispetto ai 190 che risultavano registrati a mezzogiorno, prima che Ciccolini e i suoi sostenitori lasciassero l'assemblea congressuale in segno di protesta, e ancora più risicata rispetto ai 377 sindaci sardi che aderiscono all'associazione, ha infatti spiegato che accettava l'elezione ma riservandosi di fare le sue valutazioni politiche: cioè decidere se restare o dimettersi.

L'attesa non sarà comunque lunga. Deiana ha annunciato che convocherà l'assemblea nel più breve tempo possibile per comunicare le sue scelte. I lavori erano cominciati al mattino con l'intervento di Ciccolini che aveva chiesto ancora una volta di rinviare il voto per aspettare la pronuncia del Tribunale civile di Cagliari, attesa per l'8 febbraio prossimo, sul suo ricorso contro l'annullamento del voto del 23 settembre. Quando ha capito che non aveva i numeri per spuntarla, ha abbandonato la sala seguito dai suoi sostenitori. A quel punto per Deiana, che in sintonia col presidente uscente Pier Sandro Scano e il presidente dell'assemblea congressuale Mario Bruno insisteva sulla necessità di non consentire a un giudice di scegliere il vertice dell'Anci, la corsa è stata tutta in discesa.

Ciccolini non l'ha presa bene. In un commento postato su Facebook ha spiegato che non è arrabbiato nè sorpreso per quanto è successo, ma che invece si vergogna per i 118 sindaci che oggi hanno deciso al posto dei 300 del 23 settembre. "Siete inadeguati per ruoli di responsabilità come quello di guidare l'associazione dei Comuni e io – scrive – mi vergogno per voi".