Crediamo che il Partito Democratico sia il luogo di elaborazione politica più importante del nostro Paese e che il patrimonio di militanza e di amministratori rappresenti una grande ricchezza per la vita politica della Sardegna.
C’è stata un’assoluta assenza di confronto reale, di politica e in definitiva è mancata un’idea di Sardegna chiara e condivisa. Sino ad ora abbiamo parlato tra di noi invece che con i cittadini e abbiamo parlato di noi invece che della Sardegna e dei bisogni di cittadine e cittadini sardi.
Vogliamo per la Sardegna un partito autonomo e federato che si occupi delle esigenze delle comunità e delle persone dentro un rapporto di leale collaborazione con il partito nazionale, mai di sudditanza acritica; un partito capace di esprimere la sua vocazione di sinistra riformista e democratica, intransigente nella ricerca della giustizia sociale, delle pari opportunità (e dei diritti civili), radicato nei territori, che consulta iscritti e iscritte (ed elettori) facendo della partecipazione diffusa il motore della sua attività politica.
Per questo vogliamo un congresso fondativo del Partito Democratico sardo che dovrebbe essere celebrato mettendo al centro le idee e non solo i nomi.
È particolarmente preoccupante il distacco forte e crescente tra il partito e i giovani e tra il partito e parti estese del mondo del lavoro come conseguenza del persistere della disoccupazione di massa nel mondo giovanile e dell'appannamento della cultura dei diritti di tutti quei lavoratori over 50 che sempre piu, hanno difficoltà a trovare collocazione nel mondo del lavoro. Non giova a un partito della sinistra sottovalutare il ruolo delle organizzazioni sindacali a partire da quelle storicamente espressione del nostro insediamento sociale e confondere l'innovazione con l'arretramento dei diritti dei lavoratori.
Il partito che vogliamo ascolta e conosce i problemi della Sardegna di oggi, trova soluzioni, elabora progetti, prepara la Sardegna di domani, a partire dalle risorse che ci sono. Istruzione, competenze, innovazione sono per noi i beni più preziosi. I progetti che partono dai territori devono trovare accoglienza in una struttura regionale efficiente, servono interlocutori certi e attenti per i comuni, il mondo del lavoro, le cittadine e i cittadini.
È una sfida che riguarda tutte e tutti noi. Vogliamo invitare tutti i democratici a pensare al futuro della Sardegna prima che agli interessi particolari. Offriamo questa riflessione e la nostra partecipazione al congresso regionale del PD con lealtà, nella speranza che si celebri un congresso di idee.
Fino all'ultimo momento utile resteremo impegnati a sostegno di un ricambio generazionale al vertice del Pd Sardegna che trovi la più ampia convergenza possibile e a condizione che non si rinunci ad un dibattito serio e profondo sull'autonomia della Sardegna e del rapporto di autonomia col Pd nazionale, sul sostegno prioritario alle misure a sostegno delle povertà e dell'istruzione, del diritto allo studio e alla formazione delle giovani generazioni, con un attenzione specifica alle politiche di sostegno e di sviluppo dei piccoli comuni e che consideri il tema della disoccupazione giovanile come imprescindibile per costruire una prospettiva dignitosa per il futuro dei sardi e della nostra regione.
Yuri Marcialis è assessore competente e autorevole dell'amministrazione comunale del capoluogo di regione, uno dei pochi laboratori italiani dove il centrosinistra ha saputo governare unitariamente e vincendo al primo turno e per il secondo mandato consecutivo.
A tal proposito, in assenza di una più ampia condivisione possibile, chiediamo a Yuri Marcialis di farsi promotore della costruzione di una mozione attorno a questi temi.
La Traversata della Sardegna






