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"La sentenza della Corte d'Appello di Cagliari è ingiusta e per quanto mi riguarda sarà impugnata. Mi aspettavo un'assoluzione, non una riduzione della pena. Ritengo di aver operato bene e sempre nell'interesse delle istituzioni che ho rappresentato". E' il commento dell'ex capogruppo di Fortza Paris, Silvestro Ladu, dopo la conferma della sua condanna in appello per lo scandalo dei fondi ai gruppi del Consiglio regionale della Sardegna.

"Ero e sono convinto che ciò che ho fatto fosse consentito, non perché così hanno fatto tutti i consiglieri regionali da sempre, ma perché così era previsto dai regolamenti interni del Consiglio, il quale mai ha posto rilievi sul mio operato. Questa rimane la mia interpretazione che ritengo in linea col pensiero di chi ha scritto tali direttive, che non sono opera del sottoscritto. Ho utilizzato i fondi per fini istituzionali e sempre riconducibili all'attività del gruppo consiliare di cui ero presidente – si difende Ladu – L'attività politica personale l'ho sostenuta con le mie risorse spendendo cifre di gran lunga superiori a quelle contestate. Io continuo ad avere fiducia nella giustizia, non solo in quella divina, e per questo motivo andrò fino in fondo alla ricerca della verità e chiederò la pronuncia della Cassazione, che spero arrivi in tempi non biblici".

"Questa vicenda – confessa l'esponente politico sardo – mi addolora perché mette in discussione valori e principi sui quali ho sempre creduto. Il mio passato professionale e politico è senza ombre e per questo motivo mi batterò a testa alta e difenderò la mia reputazione in tutte le sedi. Lo farò per me, per la mia grande famiglia, che mi ha sempre capito e sostenuto, e per tutti quelli che mi hanno sempre dato fiducia permettendomi di ricoprire ruoli di grande prestigio e responsabilità che ho sempre onorato".