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Entro il 2018 entrerà a regime il nuovo organismo pagatore regionale (Argea), ma le novità per l'ente lasciano perplessi i sindacati. I rappresentanti di Cgil, Uil, Sadirs e Fedro hanno lamentato la mancata concertazione su Argea e il Sadirs, in particolare, ha chiesto il ritiro della delibera e la riapertura del confronto con la Giunta.

"Da tempo si sentiva l'esigenza di un ente pagatore regionale per stabilire un contatto diretto con i territori e potenziare le attività di controllo – ha spiegato l'assessore regionale dell'Agricoltura, Pierluigi Caria, nell'audizione in commissione Attività Produttive del Consiglio regionale – la sua istituzione nasce da una precisa volontà politica per rendere più efficiente il sistema". Secondo l'esponente dell'esecutivo, il percorso per l'entrata a regime di Argea non sarà facile ma esistono tutte le condizioni per portarlo a termine.

"Dal punto di vista dell'inquadramento contrattuale dei dipendenti non esistono problemi insormontabili – ha osservato – qualche dipendente potrà essere chiamato a svolgere compiti diversi. Questo però non deve spaventare, può invece rappresentare uno stimolo". "Partiamo da subito con la formazione del personale – ha detto il direttore di Argea, Gianni Ibba – l'Agenzia è un ente certificato e per questo dovrà avere le qualifiche professionali richieste. Mancano alcune figure che potranno essere reperite attraverso la mobilità interna o con il ricorso a selezioni pubbliche". Altro aspetto è quello del sistema informatico e si sta valutando la possibilità di un riuso del sistema usato dalla Regione Veneto.