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Il Papa ha rivolto "un pensiero speciale" "ai lavoratori di 'Sky Italia'" alla fine dell'udienza generale in piazza San Pietro, alla quale erano presenti un centinaio di dipendenti del network tv. "Auspico – dice – che la loro situazione lavorativa possa trovare una rapida soluzione, nel rispetto dei diritti di tutti, specialmente delle famiglie". "Il lavoro – aggiunge a braccio il pontefice – ci dà dignità, e i responsabili dei popoli, i dirigenti, hanno l'obbligo di fare di tutto perché ogni uomo e ogni donna possa lavorare e così avere la fronte alta, guardare in faccia gli altri, con dignità. Chi – ammonisce con foga papa Francesco – per manovre economiche, per fare negoziati non del tutto chiari chiude fabbriche, chiude imprese e toglie il lavoro agli uomini, questa persona fa un peccato gravissimo". Papa Bergoglio non aggiunge altro, ma è noto che, a fronte di utili al di sopra delle aspettative, "Sky Italia" voglia attuare un progetto di ristrutturazione che prevede il ridimensionamento della sede di Roma, oltre 200 licenziamenti e 378 trasferimenti di lavoratori nel quartier generale di Milano. Plauso del sindacato dei giornalisti alle parole di Bergoglio: "Le giuste e forti parole di papa Francesco sulla vertenza Sky e sulla dignità del lavoro e dei lavoratori – sottolineano, in una nota, il segretario generale e il presidente della Fnsi, Raffaele Lorusso e Giuseppe Giulietti – meritano una risposta seria e coerente anche da parte delle istituzioni e del governo, che non possono limitarsi a prendere atto delle volontà delle proprietà". Nella catechesi invece il Pontefice ha parlato della speranza in relazione all'essere lieti. Ha messo in guardia dal "rischio che la nostra carità sia ipocrita, che il nostro amore sia ipocrita. Ci dobbiamo chiedere allora: quando avviene questo, questa ipocrisia? E come possiamo essere sicuri che il nostro amore sia sincero, che la nostra carità sia autentica? Di non far finta – ha aggiunto – di fare carità o che il nostro amore non sia una telenovela, no, amore sincero, forte". "L'ipocrisia – ha aggiunto papa Francesco – può insinuarsi ovunque, anche nel nostro modo di amare. Questo si verifica quando il nostro è un amore interessato, mosso da interessi personali; e quanti amori interessati ci sono, quando i servizi caritativi in cui sembra che ci prodighiamo sono compiuti per mettere in mostra noi stessi o per sentirci appagati; 'ma quanto bravo sono', no l'ipocrisia, o ancora quando miriamo a cose che abbiano 'visibilità' per fare sfoggio della nostra intelligenza o della nostra capacità". Dietro all'amore ipocrita "c'è un'idea falsa, ingannevole, vale a dire che, se amiamo, è perché noi siamo buoni; come se la carità fosse una creazione dell'uomo, un prodotto del nostro cuore. La carità, invece, è anzitutto una grazia; è un regalo, poter amare è un dono di Dio". Dietro ai tanti amori interessati, dietro "all'amore vissuto con ipocrisia", dietro all'"egoismo mascherato travestito da amore", ha spiegato papa Bergoglio davanti a oltre 12mila persone presenti alla udienza generale, "c'è la nostra realtà di peccatori". "Tutti facciamo l'esperienza di non vivere in pieno o come dovremmo il comandamento dell'amore. Ma anche questa è una grazia, perché ci fa comprendere che da noi stessi non siamo capaci di amare veramente". Sperimentando la misericordia di Dio, invece, "torneremo ad apprezzare le cose piccole, le cose semplici, ordinarie, che torneremo ad apprezzare tutto, le piccole cose di ogni giorno e saremo capaci di amare gli altri". (giovanna.chirri@ansa.it