“Il Comitato dei ministri del Consiglio d’Europa richiama l’Italia a una tutela delle minoranze linguistiche più puntuale ed efficace. Per le 12 lingue riconosciute dalla legge 482/99, e quindi anche per il sardo, la Repubblica dovrà assicurare più tutela sui media e un investimento sull’istruzione capace di garantire la sopravvivenza e la diffusione degli idiomi minoritari”.
Lo annuncia il Coordinamentu pro su Sardu Ufitziale (Csu) protagonista, assieme alla Confederazione delle Minoranze linguistiche italiane due anni fa a Roma, di un incontro convocato dagli esperti inviati da Strasburgo per analizzare il rispetto, da parte dello Stato, degli obblighi di tutela delle lingue. Il coordinamento cita una risoluzione approvata il 5 luglio scorso dall’organismo internazionale e pubblicata in questi giorni.
“L’Italia è chiamata – spiegano gli esperti di lingua sarda – in ottemperanza alla Convenzione quadro delle minoranze nazionali che aveva ratificato nel 1995, anche a rivedere la composizione del Comitato tecnico delle minoranze linguistiche per assicurare la presenza di tutte le componenti linguistico-nazionali compresa quella sarda che ne è stata sempre esclusa”.
Si tratta di un passo avanti: “E’ stato un lavoro completamente autofinanziato, lungo e faticoso, durato due anni e svolto in perfetta solitudine – ha detto Giuseppe Corongiu, portavoce del Csu – ma ora, al di là di tutto, la politica sarda a Roma e a Cagliari ha uno strumento in più”.






