L’eliminazione del premio di maggioranza e delle soglie di sbarramento, “in quanto distorsivi della rappresentatività democratica dell’assemblea elettiva”; l’introduzione di un sistema elettorale proporzionale con collegi plurinominali “di dimensioni tali da conciliare la pluralità democratica delle opinioni con l’esigenza di contenere gli eccessi di frammentazione partitica” e della doppia preferenza di genere, “per favorire una più equilibrata rappresentatività consiliare della società sarda nelle sue differenze di genere”.
Ma soprattutto l’abbandono del modello presidenziale in favore di un modello parlamentare “corretto da meccanismi di razionalizzazione e stabilizzazione del rapporto tra esecutivo e legislativo, sulla falsariga delle esperienze tedesca, spagnola e britannica”. Sono queste le basi della proposta di legge elettorale statutaria che sarà presentata la settimana prossima in Consiglio regionale dal gruppo Articolo 1-Sdp e che è stata sinteticamente illustrata oggi, insieme ai Comitati per la Costituzione, lo Statuto, la Democrazia e il Lavoro che hanno elaborato un documento con i punti principali della proposta di legge.
I Comitati, con una petizione popolare, chiedono anche che il presidente del Consiglio regionale e i presidenti dei gruppi consiliari “si impegnino nella scrittura di una nuova legge statutaria che rispetti i principi su elencati, al fine di permettere al popolo sardo di esercitare il proprio voto tornando in modo convinto alle urne per scegliere i propri rappresentanti fin dalle prossime elezioni del 2019”. “E’ una proposta interessante che vogliamo proporre all’attenzione del Consiglio e del popolo sardo – ha detto il consigliere di Sdp Luca Pizzuto – in questo modo si porrebbe rimedio a due storture: l’esclusione di forze politiche dall’Assemblea Sarda, nonostante le buone percentuali elettorali, e l’assenza in legge della rappresentanza di genere”.
Sulla stessa linea gli altri consiglieri di Sdp Paolo Zedda ed Eugenio Lai. “Non intervenire con una nuova legge significherebbe avvallare ‘l’elettoralite’ patologia della politica sarda che si sta riacutizzando – ha detto Zedda – per questo appoggiamo in modo convinto l’idea del Comitato”. “Le proposte dei comitati sono condivisibili – ha aggiunto il capogruppo Daniele Cocco – e ci sono i margini per tradurre in atti concreti le fattispecie presentate”. Secondo il costituzionalista Omar Chessa, bisogna tornare a “dare centralità all’Assemblea legislativa, perché finora, in nome della stabilità si è sacrificata la rappresentatività, visto che la forma presidenziale richiede il premio di maggioranza”.
Sull’introduzione della doppia preferenza di genere, l’esponente dei Comitati Giovanna Angius, ha parlato di “specchietto per le allodole: nessuno vuole modificare questa legge elettorale e sembra che il sentimento più diffuso sia quello di voler andare a elezioni con questa legge elettorale in un contesto di immobilismo per lasciare le cose come stanno. C’è gente che ha incollato il proprio sedere alla poltrona e non lo vuole lasciare”.







